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Bioconversione di fanghi di depurazione contributo IZSLER ad un progetto di ENEA

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Il Laboratorio Biomasse e Biotecnologie per l’Energia dell’ENEA ha avviato una sperimentazione mirata a caratterizzare un processo di bioconversione di fanghi di depurazione di acque reflue urbane mediata dal H. illucens Le larve di Hermetia illucens negli ultimi anni sono state oggetto di numerosi studi data la loro possibilità di poter essere utilizzate sia come mangime per pollame e pesce sia per la produzione di biodiesel e peptidi antibatterici. IZSLER partecipa al progetto con le attività della Sezione di Reggio-Emilia da tempo specializzata in tutte le attività e ricerche che riguardano gli insetti.

Gli insetti allevati in EU per la produzione di alimenti, mangimi (o altri utilizzi) sono a tutti gli effetti “animali allevati” (Reg. CE 1069/2009), anche per gli insetti devono valere i requisiti generali in materia di igiene degli alimenti e sanità animale (Pacchetto igiene Reg. CE 178/2002 e 183/2005, igiene degli alimenti e dei mangimi). Per questo, certamente, per la produzione di alimenti e mangimi a base di farine di insetti, questi devono essere allevati su substrati alimentari rispondenti ai requisiti di qualità e sicurezza definiti nella direttiva 2002/32/EC (sostanze indesiderabili nell’alimentazione degli animali).
Va tuttavia considerato che, negli ultimi 5 anni l’attenzione della comunità scientifica per H. illucens si è ulteriormente ampliata, spostando l’attenzione della ricerca al settore della bioconversione. In questo contesto le larve vengono allevate allo scopo di ottimizzare la gestione di varie tipologie di rifiuto, migliorandone la qualità e riducendone la quantità. Diversi sono i motivi di questo interesse, primo fra tutti l’estrema voracità delle larve di questa specie che gli permette di consumare una vasta gamma di rifiuti organici, tra cui rifiuti alimentari, rifiuti organici urbani e letame animale. Tuttavia, la maggior parte delle ricerche sulla bioconversione dei rifiuti organici di H. illucens si basa su rifiuti alimentari, mentre assenti sono gli studi fatti sulla bioconversione dei fanghi di depurazione. Per tale motivo il nostro istituto ha formalizzato una collaborazione con il Laboratorio Biomasse e Biotecnologie per l’Energia dell’ENEA per una sperimentazione mirata a caratterizzare un processo di bioconversione di fanghi di depurazione di acque reflue urbane mediata dal H. illucens. Le prove prevedono analisi dei substrati e delle larve in pre e post conversione, allestendo un biosaggio con due tesi (substrati costituiti da fanghi al 75 e al 50 % in miscela con dieta artificiale specifica per l’insetto). Questo permetterà di valutare l’efficienza della bioconversione in termini di riduzione del substrato iniziale, diminuzione delle cariche di batteri patogeni e della concentrazione di metalli pesanti, nonché la produzione di biomassa di insetti, al fine di supportare scientificamente la possibilità di utilizzo di questa specie in un’ottica di gestione, riduzione ed economia circolare legata ai rifiuti.

A Brescia l’acqua migliora

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L’acqua è un bene la cui importanza diviene sempre più evidente. A Brescia nel 2015 è stato costituito dal Comune l’Osservatorio “ACQUA BENE COMUNE” al quale partecipa anche IZSLER. L’Osservatorio ha emesso due rapporti che confermano la riduzione di alcuni valori delle sostanze presenti, in particolare del Cromo esavalente sceso ulteriormente molto al di sotto dei valori minimi consentiti. Tutti i dati e i risultati dell’Osservatorio sono reperibili sul sito del Comune di Brescia http://www.comune.brescia.it/servizi/ambienteeverde/Ambiente/Pagine/Osservatorio-Acqua-Bene-Comune.aspx

L’Osservatorio “ACQUA BENE COMUNE” è nato nel 2014 e ha prodotto un 1° rapporto nel 2015. A seguito della pubblicazione, nel dicembre 2015, del I° Rapporto redatto dall’Osservatorio “Acqua Bene Comune” i lavori dell’Osservatorio sono proseguiti, in particolare sulla falda acquifera e sull’inquinamento delle acque sotterranee bresciane, fino al termine del mandato amministrativo con la stesura del 2° Rapporto che è stato successivamente pubblicato dopo la ricostituzione dell’Osservatorio stesso in data 07/12/2018.
Il 2° Rapporto (http://www.comune.brescia.it/servizi/ambienteeverde/Ambiente/Documents/Osservatori/Osservatorio%20ORI%20MARTIN/Secondo%20rapporto%20acqua%20bene%20comune.pdf) fornisce alla cittadinanza ulteriori elementi conoscitivi in continuità con il 1° Rapporto (http://www.comune.brescia.it/servizi/ambienteeverde/Ambiente/Documents/Osservatori/Osservatorio%20ACQUA/Primo%20Rapporto%20Osservatorio%20Acqua%20Bene%20Comune.pdf).
 
Oltre ad un’integrazione di dati aggiornati rispetto al 1° Rapporto, sono state introdotte alcune novità quali, per le acque distribuite dall’acquedotto comunale, l’andamento delle concentrazioni di cromo esavalente, i nuovi impianti di depurazione delle acque, in particolare proprio per il cromo esavalente e il tema dell’inquinamento delle acque sotterranee, anche alla luce delle ultime indagini a disposizione. Anche questo 2° Rapporto è corredato da un ampio glossario e da risposte alle domande più frequenti (FAQ) (http://www.comune.brescia.it/servizi/ambienteeverde/Ambiente/Documents/FAQ%20Osservatorio%20Acqua.pdf) .
 
La presentazione del 2° Rapporto è stata una delle prime attività dell’Osservatorio “Acqua Bene Comune” che vede anche questa volta una rappresentanza del nostro Istituto nella figura della dr.ssa Elena Faggionato.
 
L’attività dell’Osservatorio proseguirà nelle prossime sedute dei componenti coinvolti per sviluppare tematiche sempre attuali e di interesse aventi le seguenti finalità:

  • Analisi periodica dei dati ottenuti dai controlli effettuati dall’ente gestore (A2A) e dall’ATS
  • Elaborazione dei dati per una consultazione facilitata degli stessi anche dal sito del Comune di Brescia
  • Approfondimenti sulla distribuzione dell’acqua dell’acquedotto con riferimento soprattutto agli impianti di competenza dell’utenza (impianti di trattamento domestici)
  • Promozione di campagne di sensibilizzazione alle scuole e alla cittadinanza sui temi trattati
  • Approfondimenti sul tema dell’inquinamento delle acque sotterranee
  • Stesura di documenti riepilogativi dell’attività svoltae di un 3° Rapporto a cadenza biennale

Come già indicato nel 1° Rapporto, anche dal 2° Rapporto si evidenzia che i valori per il Cromo esavalente nell’acqua, pur essendo sempre stati al di sotto dei limiti fissati dalla normativa nazionale (Cromo totale 50 µg/L), ad oggi sono scesi al di sotto dei 5 µg/L (limite di rilevabilità del metodo analitico utilizzato), ciò in seguito all’allestimento di impianti di trattamento per l’abbattimento del Cromo esavalente (ormai completato), da parte dell’ente che gestisce l’acquedotto (A2A).

Encefalite da West Nile Virus sorveglianza integrata per prevenire la malattia

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La West Nile Disease (WND) è una malattia virale trasmessa dalle zanzare, che si manifesta clinicamente nell’uomo e nel cavallo. In particolare, nell’uomo, circa il 20% dei soggetti infetti sviluppa una malattia sistemica febbrile (febbre di West Nile) mentre, in una percentuale ridotta dei casi, la malattia assume carattere neuro-invasivo con quadri di encefalite, in alcuni casi mortale. La sorveglianza integrata fra differenti sistemi di sorveglianza: entomologico, veterinario ed umano, garantisce un più efficace riscontro della presenza e circolazione del virus in un determinato territorio.

Il recente isolamento del virus West Nile da zanzare catturate nella zona di Parma effettuato dalla Sezione di Reggio-Emilia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna, e il rilievo di positività sierologica in un cavallo con sintomi nervosi sono elementi decisivi per comprendere la circolazione del virus nel territorio e contribuire efficacemente alla prevenzione della malattia nell’uomo.
La West Nile Disease (WND) è una malattia virale trasmessa dalle zanzare, soprattutto quelle “serotine/notturne” appartenenti al genere Culex. Il ciclo naturale del virus prevede il passaggio del virus da diverse specie di uccelli selvatici, che agiscono da serbatoio, alle zanzare, che a loro volta possono infettare diverse specie animali (mammiferi, uccelli e rettili). Tra i mammiferi, nell’uomo in particolare, sebbene la maggior parte delle infezioni decorra in modo asintomatico, circa il 20% di soggetti infetti sviluppa una malattia sistemica febbrile (febbre di West Nile) e, in una percentuale ancora più ridotta di casi, la malattia assume carattere neuro-invasivo con encefalite, meningo-encefalite o paralisi flaccida, fino anche alla morte. 
Complessivamente in Italia, dal 2018 sono stati notificati oltre 247 casi umani autoctoni di malattia neuro-invasiva da West Nile (WNND), in 9 Regioni (Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna), oltre a 8 casi di importazione.

In considerazione della complessità del ciclo biologico del WNV, è necessario integrare i differenti sistemi di sorveglianza: entomologico, veterinario ed umano, al fine di garantire un più efficace riscontro della presenza e circolazione del virus in un determinato territorio.
Una sorveglianza integrata è attiva nelle Regioni Lombardia ed Emilia-Romagna da svariati anni e viene oggi effettuata in conformità con quanto stabilito dal “Piano nazionale integrato di prevenzione, sorveglianza e risposta ai virus West Nile e Usutu – 2019”.
In sintesi, il sistema di sorveglianza integrata ha l’obiettivo di:

  • individuare il più precocemente possibile la circolazione virale sul territorio regionale attraverso programmi di sorveglianza mirata riguardanti gli equidi, gli uccelli appartenenti a specie bersaglio e gli insetti vettori
  • attuare in maniera tempestiva, efficace e coordinata le misure preventive necessarie per ridurre il rischio di trasmissione dell’infezione all’uomo, tramite un efficiente scambio di informazioni tra tutti gli Enti interessati
  • prevenire il rischio di trasmissione della malattia agli esseri umani sia attraverso le donazioni di sangue, emocomponenti, organi o tessuti, sia attraverso le zanzare, con particolare attenzione durante il loro periodo di maggiore attività vettoriale
  • governare in maniera coordinata le eventuali emergenze epidemiche.

L’attività di sorveglianza integrata è coordinata dalla UO Veterinaria di Regione Lombardia e Regione Emilia-Romagna ed è attuata con il supporto dell’IZSLER, Dipartimenti Veterinari e dei Corpi di Polizia Provinciale, che provvedono a conferire all’IZSLER i campioni per le analisi di laboratorio e precisamente:

  • uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio prelevati con la collaborazione con i
  • insetti del genere Culex catturati con trappole dedicate ogni 15 giorni in oltre 70 siti delle due Regioni
  • materiali patologici da cavalli sintomatici
  • carcasse di uccelli selvatici trovati morti, anche in collaborazione con i CRAS.

Sul sito degli Osservatori epidemiologici della Lombardia
(https://www.izsler.it/pls/izs_bs/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=828)
 e dell’Emilia-Romagna
(https://www.izsler.it/pls/izs_bs/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=736)
sono disponibili ulteriori informazioni relative alla malattia e alle attività di controllo

Il ministro On. G.Grillo apre il Guppo di lavoro per la promozione dei metodi alternativi all’utilizzo di animali

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E’ stato costituito il Gruppo di Lavoro per lo studio e l’applicazione delle normative in materia di sperimentazione animale, per la promozione dei principi delle 3R e dei metodi di ricerca senza uso di animali. Il Ministro della Salute, On. Giulia Grillo, ha presentato gli obiettivi inerenti l’istituzione di tale gruppo di lavoro ed è stata affidata al Centro di Referenza Nazionale per i Metodi Alternativi Benessere e Cura degli Animali da Laboratorio, con sede presso IZSLER, la presidenza del gruppo con l’incarico di coordinamento.

Nella giornata del 16 Luglio si è tenuta presso il Ministero della Salute la presentazione del Gruppo di Lavoro per lo studio e l’applicazione delle normative in materia di sperimentazione animale, per la promozione dei principi delle 3R e dei metodi di ricerca senza uso di animali, costituito presso la Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del Ministero della Salute, dr. Silvio Borrello.
In tale occasione, alla presenza del Ministro della Salute On. Giulia Grillo, dr. Borrello (Direttore Generale), dr. Santucci (Direttore Ufficio 6 – Tutela del benessere animale, igiene zootecnica e igiene urbana veterinaria) e dei collaboratori degli uffici interessati, il Ministro ha presentato gli obiettivi inerenti l’istituzione di tale gruppo di lavoro.
Il gruppo è costituito da membri appartenenti a differenti istituzioni pubbliche: Ministero della Salute, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, Istituto Superiore di Sanità, Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, Centro Nazionale delle Ricerche, Accademici e Ricercatori coinvolti in molteplici campi della sperimentazione e delle tematiche ad essa correlate (bioetica, legislazione).
Nello specifico, è emersa la volontà da parte delle istituzioni di promuovere la discussione inerente sia i metodi che sostituiscono l’utilizzo degli animali da laboratorio sia l’applicazione integrale delle 3Rs (Refinement, Reduction, Replacement) che si inseriscono ed affiancano la realizzazione dei test totalmente alternativi.
L’attività che viene richiesta al gruppo di lavoro, prevede i seguenti obiettivi:

  • effettuare uno studio della normativa nazionale e dell’Unione europea in materia di sperimentazione animale e sui metodi alternativi;
  • svolgere una corretta e approfondita informazione scientifica sul benessere degli animali utilizzati a fini scientifici e sulle alternative alla sperimentazione animale;
  • promuovere l’applicazione dei principi delle 3R (Replacement, Reduction, Refinement), in particolare in ambito didattico;
  • proporre iniziative volte a garantire la trasparenza sull’impiego degli animali nella ricerca scientifica, in particolare sulla tipologia di animali impiegati, sulle condizioni di trattamento, sulle finalità delle ricerche e sui risultati ottenuti;
  • formulare proposte normative volte a garantire un più elevato livello di protezione degli animali utilizzati a fini scientifici

Da ultimo, al Centro di Referenza Nazionale per i Metodi Alternativi, Benessere e Cura degli Animali da Laboratorio, con sede presso IZSLER, creato proprio a seguito dell’emanazione della direttiva europea 63/2010 per lo studio delle 3R e dei metodi alternativi, è stata affidata la presidenza del gruppo di lavoro, con l’obiettivo di coordinare le attività e di mantenere aggiornato il Ministero della Salute relativamente ai progressi che si otterranno nell’ambito dell’incarico conferito. Nel corso della riunione d’insediamento il gruppo di lavoro ha nominato presidente la dott.ssa Silvia Dotti del Centro di Referenza Nazionale per i Metodi Alternativi, benessere e cura degli animali da laboratorio.
 

Uno sguardo sulle malattie degli animali selvatici in Europa

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Molte malattie infettive presenti nella fauna selvatica o che da essa possono essere trasportate, influiscono sulla conservazione delle specie, la biodiversità, la salute del bestiame e anche la salute umana. E’ stato pubblicato dalla rivista Journal of Wildlife Diseases (Journal of Wildlife Diseases 55(1), 2019, pp. 3-43) un aggiornamento sulle modifiche nell’epidemiologia di 25 malattie infettive selezionate, legate alla fauna selvatica in Europa (dal 2010-2016) che hanno avuto un impatto, o potrebbero avere un impatto futuro, sulla salute della fauna selvatica, del bestiame e degli esseri umani. Alla stesura della pubblicazione ha partecipato il Dr. Lavazza in qualità di esperto dell’Istituto Zooproflattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna.

I 25 agenti di malattia delle specie selvatiche europee sono stati selezionati sulla base dei seguenti criteri:

  1. identificazione quali importanti obiettivi di sorveglianza nei recenti progetti a livello europeo 
  2. inserimento nella legislazione dell’Unione europea come patogeni che richiedono obbligatoriamente sorveglianza
  3. presenza in letteratura recente, quali malattie legate alla fauna in Europa dal 2010 in poi
  4. inserimento in elenchi di patogeni primari negli elenchi dell’ Office International des Epizooties (OIE)
  5. Patogeni emergenti presentati in conferenze e discussioni informali su una mailing list di gruppo da parte di una rete europea di scienziati esperti di malattie della fauna selvatica (European Wildlife Disease Association)
  6. identificazione come patogeni che hanno mostrato cambiamenti nella loro epidemiologia durante il periodo dal 2010 al 2016.

Tra gli agenti di malattia inclusi in questa indagine troviamo: virus dell’influenza aviaria, virus dell’influenza delle foche, lagovirus, virus della rabbia, lissavirus dei pipistrelli, filovirus, virus del cimurro canino, morbillivirus dei mammiferi acquatici, virus della febbre catarrale, Virus West Nile  hantavirus, virus di Schmallenberg, virus della febbre emorragica Crimea-Congo, virus della peste suina africana, ranavirus degli anfibi, virus dell’epatite E, tubercolosi bovina (Mycobacterium bovis), tularemia (Francisella tularensis), brucellosi (Brucella spp.), salmonellosi (Salmonella spp.), Coxiella burnetii, chytridiomycosis, Echinococcus multilocularis, Leishmania infantum, Chronic wasting disease (encefalite spongiforme dei cervidi).
Il capitolo dei lagovirs curato dal Dr. Lavazza, riguarda lepri e conigli selvatici, e, dal punto di vista privilegiato del Centro di referenza per le malattie dei Lagomorfi, offre un panorama esaustivo della diffusione della malattia emorragica del coniglio (MEV) e della lepre (RHDV) in tutte le sue varianti virologiche presentatisi negli anni.
Molti dei patogeni descritti nella pubblicazione stanno entrando in Europa dagli altri continenti, mentre altri stanno espandendosi all’interno, per diffondersi poi oltre l’Europa.
La conoscenza e la sorveglianza delle malattie legate alla fauna selvatica su scala continentale è quindi importante per la valutazione su tutto il pianeta, per i rischi che le malattie possono comportare alla fauna selvatica, agli animali domestici e alla salute umana.

Percorso FAD: la tubercolosi negli animali

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L’IZSLER ripropone un percorso formativo a distanza dedicato all’incontro e scambio di informazioni sulle strategie di controllo, sulle diagnosi di laboratorio e sugli approcci epidemiologici della tubercolosi. Il corso, molto seguito negli anni scorsi, è costituito da una monografia cartacea e dal relativo test di valutazione dell’apprendimento che si dovrà svolgere on line tramite la Piattaforma e-learning dell’IZSLER.

La tubercolosi è una malattia causata da micobatteri del gruppo Mycobacterium Tubercolosis complex, che comprende Mycobacterium bovis, agente eziologico della tubercolosi bovina.
Le principali vie di trasmissione per l’uomo sono rappresentate da alimenti contaminati, specialmente latte crudo e suoi derivati, e dal contatto diretto con animali infetti.
In Italia, grazie all’adozione dei piani di eradicazione, la prevalenza di Tubercolosi negli allevamenti bovini/bufalini è scesa all’1%.
Il corso è costituito da una monografia cartacea e dal relativo test di valutazione dell’apprendimento che si dovrà svolgere on line tramite la Piattaforma e-learning dell’IZSLER. Il test sarà attivo dal 15 Marzo 2019 fino al 30 Novembre 2019.
Il corso è accreditato nel sistema ECM per le professioni del Biologo e del Veterinario.
Per iscriversi è necessario acquistare il testo “La tubercolosi negli animali” / editors Franco Guarda, Enrico Bollo e Giovanni Loris Alborali, all’interno del quale è presente un codice univoco che permetterà di accedere al test di valutazione dell’apprendimento sulla piattaforma https://fad.izsler.it.
Oltre all’acquisto del libro, è necessario iscriversi al corso tramite il portale della Formazione (http://formazione.izsler.it/). Questa procedura è necessaria al fine di registrare il nominativo del partecipante sia al percorso fad, sia al test finale, oltre che per la corretta attribuzione dei crediti ECM. Il costo del manuale è di € 50,00 (a cui si devono aggiungere € 5,62 per spese di spedizione postale o € 10,02 in caso di spedizione contrassegno).
Il corso prevede una durata di 40 ore e l’acquisizione di 40 crediti ECM, a seguito del superamento del relativo test di apprendimento e della compilazione del questionario di gradimento.

Tempo d’ estate, tempo di zecche

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Come ogni estate la vita all’aperto espone uomini e animali al contatto con parassiti, in particolare le zecche, che si sviluppano maggiormente nei periodi più caldi e possono essere causa di fastidi e anche di trasmissione di malattie talvolta pericolose. IZSLER ha prodotto negli scorsi anni un piccolo vademecum che riguarda le zecche per favorire l’identificazione di questi parassiti e conoscerne la diffusione. Portando questi animali presso alcune sedi provinciali dell’Istituto  Zooprofilattico è possibile identificarle

Per chi possiede animali, cani in particolare, le zecche non sono parassiti sconosciuti e sa che si possono ripresentare ogni quando il bel tempo induce a vivere più tempo all’aperto nella natura. Si trovano nei prati, spesso al confine tra il bosco e il prato e nelle zone umide, si attaccano agli animali e ne succhiano il sangue. Non si viene infestati da animali vivi con le zecche , ma dagli ambienti dove vivono questi animali e nei quali le zecche hanno liberato le loro uova. I nuovi individui schiusi dalle uova cercano poi esseri viventi ai quali attaccarsi per nutrirsi. Negli ultimi anni in relazione alla diffusione di nuove malattie trasmesse da zecche agli animali e all’uomo è emersa la necessità di conoscerle identificarle per meglio proteggere i propri cari e gli animali che vivono con l’uomo. La brochure allegata dà alcune indicazioni utili per conoscere le zecche, per proteggersi e contribuire alla maggiore conoscenza di questi parassiti portandoli presso le Sedi dell’Istituto Zooprofilattico per l’identificazione. (Allegato 1)
L’ATS della Montagna in Lombardia in collaborazione  con IZSLER, a seguito dell’aumento delle punture da zecche ha avviato un programma di informazione e prevenzione specifico (Allegato 2) per le zone di sua competenza

Biosicurezza e vaccinazioni nell’allevamento suino

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L’aspetto sanitario nell’allevamento suino è determinante per garantire il benessere degli animali allevati e la sicurezza delle produzioni alimentari che dal suino derivano. Gli approcci per mantenere un buono stato sanitario sono molti e variegati, i cardini attorno ai quali si muove lo stato sanitario sono però rappresentati dalla biosicurezza e dagli interventi vaccinali.

Biosicurezza e interventi vaccinali sono i due elementi di partenza per poter gestire adeguatamente lo stato sanitario di un allevamento suino permettendo agli animali di crescere sani e in condizioni adeguate di benessere in grado di combattere i patogeni che di volta in volta possono comparire nel gruppo. In un’intervista alla rivista Suinicultura di febbraio, il dr. G.L. Alborali presenta le modalità con le quali attraverso la buona gestione della biosicurezza e un adeguato piano vaccinale si riesce ad assicurare lo stato sanitario ottimale ai suini allevati, a qualunque categoria appartengano, scrofe, suinetti neonati o svezzati, suini all’ingrasso. Il dr. Alborali, esperto dell’allevamento e patologia del suino e Responsabile della Sezione Diagnostica di IZSLER spiega come l’applicazione corretta dei protocolli di biosicurezza sia un freno efficace alla diffusione delle più comuni malattie del suino e sia stata la chiave attraverso la quale è stata debellata la Malattia Vescicolare del suino (https://www.izsler.it/pls/izs_bs/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=5584). I passi in avanti sono stati molti, permangono però tutt’ora zone d’ombra specialmente nella fase di trasporto degli animali. I piani vaccinali corretti e attuati con sistematicità sono poi l’altro elemento indispensabile. L’immunità efficiente dell’intero gruppo risparmia da molte malattie e riduce sensibilmente il consumo degli antibiotici. Il monitoraggio periodico della immunità dei gruppi permette di tenere sotto controllo le difese dei suini e monitorare l’efficacia dei prodotti utilizzati o delle modalità di utilizzo. Solo un attento monitoraggio giustifica cambiamenti di programma vaccinale.
L’articolo completo può essere consultato presso la Biblioteca di IZSLER (https://www.izsler.it/izs_home_page/formazione/00000127_Indirizzo_e_Orari_.html) o sul sito della rivista Suinicoltura (https://suinicoltura.edagricole.it/)

7 giugno 2019 Giornata mondiale della sicurezza sanitaria sugli alimenti

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La prima Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti (WFSD) sarà celebrata il 7 giugno 2019 per attirare l’attenzione e ispirare azioni volte a prevenire, individuare e gestire i rischi alimentari, contribuire alla sicurezza alimentare, alla salute umana, alla prosperità economica, all’agricoltura, all’accesso al mercato, al turismo e allo sviluppo sostenibile.

Tutti hanno diritto a cibo sicuro, nutriente e sufficiente. Ancora oggi, quasi una persona su dieci al mondo si ammala dopo aver mangiato cibo contaminato. Quando il cibo non è sicuro, i bambini non possono imparare, gli adulti non possono lavorare. Lo sviluppo umano non può aver luogo.
Per questa Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti, tutte le parti interessate sono invitate ad aumentare la consapevolezza globale sulla sicurezza sanitaria degli alimenti in generale e ad evidenziare che tutti i soggetti coinvolti nei sistemi alimentari hanno un ruolo da svolgere.

Le informazioni e i materiali preparati per l’evento sono disponibili agli indirizzi sotto riportati delle pagine dedicate dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (UN), dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO).
 
UN – World Food Safety Day – 7 June
https://www.un.org/en/events/foodsafetyday/
 
FAO – 7 June 2019 – World Food Safety Day
http://www.fao.org/fao-who-codexalimentarius/WFSD/en/
 
WHO – World Food Safety Day – 7 June 2019
https://www.who.int/foodsafety/en/

Pipistrelli in ambiente urbano, conoscere e curare

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I pipistrelli sono creature poco conosciute, in forte pericolo di estinzione, la cui tutela è essenziale in un’ottica di salute globale. Cura, riabilitazione e monitoraggio sanitario sono gli obiettivi del gruppo di ricerca attivo presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie di Torino che ha avviato il progetto “Cura e sorveglianza dei chirotteri” in collaborazione con i laboratori di virologia e batteriologia degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali di Aosta, Brescia e Padova.

I pipistrelli sono uno dei gruppi faunistici più minacciati, in pericolo a causa dei cambiamenti climatici, dell’uso dei pesticidi, delle modifiche paesaggistiche e del territorio, che interferiscono sulle loro prede e alterano i siti dove si svolgono le fasi del loro ciclo riproduttivo e biologico.
Sono considerati ottimi indicatori ecologici delle condizioni ambientali di un luogo, coinvolti nell’impollinazione e nel controllo di zanzare e altri artropodi. Lo studio e la tutela di questi animali sono irrinunciabili per l’ambiente, le produzioni agro-zootecniche e la salute pubblica, e sono quindi oggi di significativa importanza per la tutela della salute in un’ottica globale.
Accanto al ruolo ecologico fondamentale per la salute degli ecosistemi, i pipistrelli sono noti ospiti e reservoir di una varietà di agenti virali più o meno noti, emergenti e/o potenzialmente zoonotici. IZSLER è stato titolare in un progetto di ricerca finalizzata dal titolo “An epizootiological survey of bats as reservoirs of emerging zoonotic viruses in Italy: implications for public health and biological conservation” rivolto ad approfondire sia gli aspetti di sanità pubblica che di conservazione biologica attraverso lo studio delle principali infezioni virali nei pipistrelli. Lo studio ha consentito di ottenere un quadro significativo, anche se preliminare, sulla distribuzione delle principali infezioni virali nei pipistrelli in Nord Italia potenziando al contempo la collaborazione tra veterinari virologi, epidemiologi e specialisti esperti di chirotteri che operano sul campo.
Non è infrequente trovare nelle città pipistrelli sofferenti o incapaci di volare. Purtroppo, molti di loro vengono trovati in condizioni precarie e aiutarli a sopravvivere è uno degli scopi dei Centri di Recupero Animali Selvatici (CRAS). Solo dopo mesi di assistenza da parte dei volontari del Centro, quando saranno autonomi e potranno alimentarsi da soli, saranno inseriti nel programma di addestramento al volo ed eventualmente liberati vicino alla colonia di provenienza.
Le analisi condotte sui pipistrelli aiutano a capire le cause di malattia o morte e a trovare terapie da utilizzare negli animali in vita. A tal fine le necroscopie degli animali deceduti e le successive indagini di laboratorio eseguite anche dal laboratorio di virologia di Brescia sono fondamentali.
Al fine di divulgare e informare la popolazione sui risultati di questi studi congiunti, l’Ateneo torinese ha inserito l’idea progettuale tra quelle dell’iniziativa “Pionieri della Ricerca” nell’ambito delle attività Leonardesche. Il racconto pubblicato è consultabile a questo link:
http://frida.unito.it/wn_pages/contenuti.php/708_epidemiologia-terapie-e-politiche-sanitarie/272_io-sono-bat-cura-e-sorveglianza-dei-piccoli-eroi-della-notte/