Nel 2021 l’Ufficio formazione, proseguendo le restrizioni per la pandemia, ha continuato la produzione di corsi FAD per garantire l’aggiornamento costante dei professionisti sanitari collegati alle attività di IZSLER: veterinari, biologi, chimici e tecnici di laboratorio in particolare. I corsi disponibili spaziano dalla sanità e benessere animale alla sicurezza alimentare, alla sicurezza sul lavoro e sono eventi sia specifici per singole professioni sia eventi a carattere più generale aperti a tutte le professioni. Ne risulta, in termini di Educazione Continua in Medicina, un pacchetto competo di eventi in grado di soddisfare pienamente per l’anno in corso le esigenze formative in termini di crediti. Nella figura sono rappresentati i crediti che si possono acquisire con i corsi attivati nei primi mesi dell’anno fino al 30 aprile 2021 per le professioni sanitarie più frequenti nei corsi IZSLER.
I corsi prodotti siano a questo momento sono 80 dei quali oltre la metà (47)sono corsi effettuati con la formazione a distanza, i corsi in presenza (29) e la formazione sul campo (4) sono stati svolti per piccoli numeri e situazioni particolari quali i corsi in laboratorio o i corsi per la sicurezza sul lavoro.
Author: sEEd_aDm_wP
Strategie per l’eliminazione dell’utilizzo degli antibiotici nell’allevamento del bovino da carne
IZSLER collabora con alcuni partner in un progetto europeo ANTIBIOTICFREEBEEF, un progetto di innovazione riguardante l’individuazione di strategie per l’eliminazione dell’uso di antibiotici negli allevamenti di bovino da carne in Veneto.
Misura: 16 – Cooperazione
Tipi d’intervento attivati:
16.1.1 – Costituzione e gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità in agricoltura
16.2.1 – Realizzazione di progetti pilota e sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie
1.1.1. – Azioni di formazione professionale e acquisizione di competenze
Descrizione operazione: L’antibiotico-resistenza è una tematica di forte attualità e interesse per l’Unione Europea e nell’ambito delle produzioni animali un minor impiego di antibiotici negli allevamenti zootecnici intensivi risulta una strategia efficace per il contenimento di tale fenomeno. Nello specifico, questa strategia è perseguibile nell’allevamento del bovino da carne, comparto di grande rilevanza economica nella regione Veneto, ma sempre più oggetto di forti critiche da parte dell’opinione pubblica.
Finalità: L’obiettivo primario del Gruppo Operativo (GO) AntibioticFreeBeef è di realizzare un progetto di innovazione riguardante l’individuazione di strategie per l’eliminazione dell’antibiotico
negli allevamenti di bovino da carne in Veneto che porterà ad un miglioramento delle prestazioni economiche degli stessi.
Il Gruppo operativo:
Capofila: Azove Soc. Agr. Coop.
Partner: Università degli Studi di Padova – Dipartimento DAFNAE
Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna
Irecoop Veneto
Importo finanziato: € 560.368,23 – Importo AZOVE € 253.408,00
Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale (PSR) per il Veneto 2014-2020
Organismo responsabile dell’informazione: Azove Soc. Agr. Coop.
Autorità di gestione: Regione del Veneto – Direzione AdG FEASR Parchi e Foreste
Un milione di tamponi per Sars Cov-2
In questi giorni l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna giunge al milionesimo tampone esaminato per virus Sars Cov 2. Un percorso di 16 mesi che sembra iniziato ieri in un altro mondo, in un altro tempo.
All’inizio della pandemia, quando le zone più colpite sono state quelle di Bergamo e Brescia, l’urgenza di effettuare tamponi per diagnosi di Covid -19 in quantità elevatissime ha subito determinato la piena disponibilità di IZSLER, direzione e tecnici, di contribuire con le proprie competenze e risorse a sostenere l’impatto del grandissimo numero di tamponi da esaminare.
Ma da dove viene l’idea che un Istituto di veterinaria, esperto di malattie animali, benessere e sicurezza alimentare abbia la possibilità di svolgere questa attività? Forse qualcuno se lo è chiesto. La risposta sta proprio nella competenza specifica e nella specializzazione del personale nel trattare virus di ogni tipo dal rilevamento del DNA/RNA per determinare la positività alla genotipizzazione per determinare le varianti, nella qualità delle attrezzature e nella disponibilità di ambienti idonei a trattare patogeni ad alto rischio (ambienti con livello di biosicurezza 3).
Analizzare campioni umani è stato per IZSLER, sostanzialmente un cambio di matrice, ma ha permesso di vedere il proprio lavoro avere un impatto sulla salute pubblica ancora più diretto di quello, già significativo in ottica “One Health”, sui virus degli animali. Per tutti è stato spontaneo il desiderio di “dare una mano”, mettersi a disposizione. Nella seconda metà del 2020, quando erano stati eseguiti oltre 500.000 tamponi naso faringei le varianti del virus sono diventate il nuovo punto critico. Variante Inglese, Brasiliana, Sud Africana e altre sono diventate elementi della nuova ondata e gli esami di laboratorio sono diventati più specialistici e i campioni da esaminare sempre di più.
Il laboratorio di Brescia ha iniziato così l’attività di genotipizzazione delle varianti, accompagnato dal laboratorio AREG presso la Sede Territoriale IZSLER di Parma, anch’esso specializzato in epidemiologia molecolare.
In sedici mesi circa IZSLER è arrivato al milionesimo campione processato e non si ferma.
Vaccinarsi contro Covid -19? Si, senza dubbio. Una precisazione necessaria
Nell’ambito dell’attività diagnostica per SARS-CoV-2, la responsabile del laboratorio, Dr.ssa Beatrice Boniotti, è stata intervistata da una televisione locale sull’attività di genotipizzazione delle varianti che IZSLER sta eseguendo da gennaio. Come da indicazioni del Ministero della Salute, queste indagini si sono concentrate su alcune categorie quali i vaccinati, le reinfezioni, i rientri dall’estero e su focolai con incidenze elevate. L’esposizione di questi dati, ed in particolare la presenza di infezioni in persone vaccinate, è stata erroneamente interpretata e utilizzata da movimenti no vax come dimostrazione che i vaccini non sono efficaci.
La Dr.ssa Boniotti si dissocia fermamente da queste affermazioni e precisa che i dati presentati nell’intervista confermano risultati già descritti dalla letteratura scientifica e non mettono in nessun modo in discussione l’utilità dei vaccini nel combattere la malattia. Infatti, i vaccini hanno un’efficacia quasi del 100% nel proteggere da forme gravi della malattia e dalla morte.
Tutto il personale del laboratorio Covid-19 dell’Istituto Zooprofilattico si è vaccinato non appena ne ha avuto la possibilità e la Dr.ssa Boniotti, anch’essa vaccinata, è fermamente convinta che “La vaccinazione di massa sia l’unico mezzo che abbiamo a disposizione per uscire da questa pandemia”.
Un opuscolo per salvaguardare le api
Redatto a cura del Tavolo tecnico dell’Intesa nazionale per l’applicazione delle buone pratiche agricole e la salvaguardia del patrimonio apistico nei settori sementiero e ortofrutticolo, è un opuscolo informativo che, partendo dall’importanza delle api e degli impollinatori in agricoltura, sottolinea il rischio al quale vanno incontro per la presenza di sostanze tossiche usate come pesticidi in agricoltura. Il contributo delle api all’agricoltura è fondamentale. Grazie all’impollinazione di fruttiferi e seminativi, infatti, esse sono in grado di accrescere sensibilmente la quantità e la qualità delle produzioni, oltre a svolgere un ruolo insostituibile nella salvaguardia della biodiversità. Per questo motivo le arnie sono frequentemente collocate accanto ai terreni coltivati, ma in tale contesto si trovano esposte a sostanze pericolose che possono causare moria di api e persistere come residui nella cera e nel miele.
L’opuscolo, scaricabile dal sito www.informamiele.it/tabelle-tossicita fornisce alcuni consigli su come utilizzare responsabilmente le sostanze attive contro gli infestanti in agricoltura e ne descrive la tossicità .
Regolamento (UE) 2016/429 “Normativa in materia di sanità animale”. Indicazioni applicative
Il 21 aprile 2021 è entrata in applicazione il Regolamento (UE) 2016/429 “Normativa in materia di sanità animale” come integrato dai Regolamenti delegati e di esecuzione emanati o in fase di emanazione da parte della Commissione europea.
La legge di delegazione europea 2019/2020, ancora in fase di approvazione, all’articolo 14 conferisce al Governo italiano delega per l’adeguamento della normativa nazionale alle nuove disposizioni europee.
Attualmente sono in via di predisposizione due decreti legislativi per l’attuazione dei criteri di delega di cui al citato articolo 14, rispettivamente uno concernente le misure di prevenzione e controllo delle malattie animali trasmissibili e l’altro relativo alle disposizioni per l’identificazione e la registrazione di animali e gli stabilimenti. Entrambi prevedono la definizione delle corrispondenti sanzioni.
Nel frattempo il Ministero della Salute ha emesso una nota con indicazioni applicative inerenti la prevenzione e il controllo delle malattie e il Sistema di Identificazione e Registrazione (I&R) .
Indagine sui potenziali vettori di Malaria in Italia
L’Italia è libera dalla malaria da diverse decadi, ma le zanzare che la trasmettevano sono ancora presenti sul nostro territorio. Queste zanzare possono essere in grado di trasmettere il Plasmodio all’arrivo di soggetti portatori di malattia, come accaduto recentemente in Grecia, con 109 casi localmente acquisiti dal 2009 al 2019.
Anche se la reintroduzione del ciclo della malattia è improbabile nel nostro paese; casi occasionali di malaria acquisiti localmente sono stati segnalati sporadicamente anche sul territorio Italiano. Dopo l’eradicazione della malaria l’interesse per le zanzare è venuto meno, e le informazioni sulla distribuzione delle specie di zanzare vettrici sono ormai datate. L’identificazione delle specie di zanzare presenti è inoltre complicata dalla presenza di complessi di specie indistinguibili morfologicamente, come il complesso Maculipennis, che raccoglie la maggior parte dei vettori che sostenevano, in passato, la trasmissione della malaria in Italia.
La ricerca svolta grazie alla collaborazione fra Istituti Zooprofilattici del nord Italia (IZS Lombardia ed Emilia Romagna, IZS delle Venezie, IZS del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta), Istituto Superiore di Sanità, Università La Sapienza, CAA (Centro Agricoltura Ambiente) e IPLA (Istituto per le Piante e l’Ambiente).ha permesso di aggiornare l’elenco delle specie del complesso presenti nella Pianura Padana.
La specie più abbondante è risultata Anopheles daciae sp. inq. (specie dal rango tassonomico ancora dibattuto, affine ad An. messeae), seguita da An. maculipennis s.s. Meno diffuse sono risultate An. melanoon e An. atroparvus, quest’ultima specie era considerato un vettore primario di malaria in Nord Europa. Non è stata invece trovata An. sacharovi, storico vettore della malaria in nord Italia, confermando la sua probabile scomparsa dal nostro territorio.
La raccolta di dati su di un così ampio territorio ha premesso di modellizzare l’idoneità dell’area indagata ad ospitare le specie più abbondanti, identificando il delta del Po e le zone risicole presenti sulla Pianura Padana come le aree più vocate alla proliferazione di queste zanzare. La presenza di An. atroparvus, anche se principalmente circoscritta ad un’area limitata fra Lombardia e Veneto, merita di essere attentamente monitorata. Questi dati possono essere un valido strumento per valutare il rischio della potenziale trasmissione locale del Plasmodio della malaria e di altri patogeni ( Batai virus ), legati alla presenza delle diverse specie di queste zanzare.
PagoPA® per le fatture IZSLER, dal 1 marzo 2021
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna ha aderito al sistema nazionale PagoPA®, la piattaforma che consente a cittadini e imprese di effettuare pagamenti verso le pubbliche amministrazioni e gestori di servizi di pubblica utilità in modalità elettronica.
PagoPA®offre l’opportunità all’utente che usufruisce di un servizio di scegliere il prestatore di pagamento (Banca, circuito lottomatica, Poste…) ed il canale tecnologico preferito. Pagare con PagoPA®consente inoltre di conoscere preventivamente i costi massimi dell’operazione da effettuare, di avere garanzia della correttezza dell’importo da pagare e di ottenere immediatamente una ricevuta con valore liberatorio.
L’utente può effettuare il pagamento attraverso un Prestatore di Servizi dei Pagamenti (poste, banca, tabaccheria) oppure attraverso il portale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna cliccando sul logo pagoPA impiegando la propria carta di credito o ulteriori canali messi a disposizione, utilizzando il Codice Avviso di Pagamento (IUV) oppure il QR Code presenti sulla stampa dell’avviso di pagamento.(Immagine allegata)
Dal 1° marzo 2021 tutti i pagamenti dovuti all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna relativi a fatture o ad altra documentazione contabile emessa dal 01/03/2021 dovranno essere eseguiti attraverso il sistema PagoPA.
Per ulteriori informazioni si veda il link
Com’è la temperatura del tuo frigorifero?
La conservazione degli alimenti e il mantenimento della loro salubrità sono affidati nelle nostre case all’uso del frigorifero domestico che dovrebbe garantire il permanere degli alimenti nelle condizioni previste dal produttore fino alla data di scadenza. La qualità dei nostri cibi dipende ormai da questo elettrodomestico che diamo per scontato faccia il suo dovere.
In realtà sappiamo che non tutti i frigoriferi sono ugualmente garantiti nelle loro prestazioni e che queste ultime tendono a ridursi con l’età del frigorifero e spesso ci accorgiamo dei difetti solo quando il malfunzionamento è evidente con la degradazione degli alimenti conservati.
Il produttore di alimenti è tenuto a garantire il prodotto fino al momento del passaggio al consumatore finale, il quale diventa, dopo l’acquisto, responsabile delle condizioni adottate per il mantenimento della idoneità del prodotto fino alla data di scadenza.
Definire, sulla base delle caratteristiche geografiche, stagionali e demografiche italiane, il livello medio della temperatura dei frigoriferi domestici è stato quindi l’obiettivo di un progetto di ricerca a cui hanno partecipato tutti gli IIZZSS, coordinati dall’IZSLER; un progetto che ha comportato la rilevazione delle temperature di un considerevole numero di frigoriferi domestici (761) distribuiti in tutto il territorio nazionale, per un periodo di quasi 2 anni con molte misurazioni in diversi periodi stagionali.
Le temperature registrate sono state analizzate in relazione ai fattori legati al disegno dello studio, e alle caratteristiche e modalità di utilizzo del frigorifero, rilevate mediante un questionario somministrato alle famiglie. Le informazioni ricavate col questionario sono state analizzate in relazione alle temperature medie stimate per ogni frigorifero.
Lo studio statistico ha messo in evidenza alcune caratteristiche del frigorifero che possono influire sulla temperatura interna: la posizione (nei frigoriferi ad incasso si registrano temperature più elevate di quelli a libera installazione); il tipo di frigorifero (nei modelli americani si registrano le temperature più basse); le modalità di impostazione della temperatura (temperature più basse dove si può impostare digitalmente); l’età del frigorifero (temperature più alte nei frigoriferi con più di 11 anni di età).
Complessivamente le analisi hanno messo in evidenza che la collocazione geografica e la stagionalità non sembrano rivestire un ruolo decisivo nella determinazione della temperatura interna dei frigoriferi, sebbene sia evidente che nel mese di luglio le temperature registrate siano più alte rispetto gli altri mesi, piuttosto della stanza in cui è posizionato il frigorifero, temperatura che di fatto è abbastanza costante.
La conoscenza delle temperature medie e delle massime alle quali può arrivare un frigorifero domestico saranno utili per determinare il rischio reale, che alcuni prodotti hanno una volta nelle case di un consumatore medio, di andare incontro ad alterazione organolettiche e anche igienico sanitarie. La temperatura media di esercizio rilevata nei frigoriferi domestici del progetto è riportata nella tabella allegata , ove viene indicata anche la distribuzione della temperatura all’interno dei diversi ripiani del frigorifero.
In figura viene infine riportata la temperatura media dei frigoriferi rilevata nelle diverse regioni d’Italia.
Trichinella in un falco di palude, un evento raro
La trichinellosi (o trichinosi) è una malattia causata da nematodi appartenenti al genere Trichinella. Il parassita è in grado di infestare i mammiferi, gli uccelli e i rettili, soprattutto quelli carnivori e onnivori (maiale, volpe, cinghiale, cane, gatto, uomo). Il ciclo origina dal consumo di carne cruda o poco cotta di animali infestati a seguito del quale il parassita si localizza inizialmente a livello intestinale. Segue poi una fase in cui le larve migrano nei muscoli attraverso il torrente circolatorio e linfatico. A questa localizzazione muscolare nell’uomo sono associati sintomi quali edema periorbitale, dolore muscolare, febbre ed eosinofilia.
Il 29 Marzo 2021 i laboratori della Sede territoriale di Modena dell’IZSLER hanno rinvenuto larve di Trichinella in un falco di palude (Circus aeruginosus), specie migratrice che frequenta e nidifica nelle aree umide dell’Europa e sverna in Africa sub-sahariana e Sud-Est asiatico. Il falco, un esemplare di femmina adulta, è stato campionato nel comune di Albareto (MO) nell’ambito del Piano di Monitoraggio Regionale della Fauna Selvatica dell’Emilia Romagna. A seguito della tipizzazione eseguita dall’Istituto Superiore di Sanità, le larve sono risultate appartenere alla specie T. pseudospiralis.
In Italia il primo rinvenimento di T. pseudospiralis è stato documento nelle Marche nel 1998, con un’infestazione di un allocco, mentre nel 2010 la Sede Territoriale di Bologna ha rilevato la sua presenza per la prima volta in un cinghiale. L’infestazione nel falco di palude è stata descritta solamente in un caso in Australia nel 1990; in genere le infestazioni negli uccelli sono meno segnalate, probabilmente anche per il maggior numero di mammiferi sottoposti al test per la rilevazione delle larve.
T. pseudospiralis ha una distribuzione cosmopolita, suggerendo un ruolo importante degli uccelli migratori nella diffusione di questo nematode. Riuscendo a parassitare alcuni mammiferi come il suino ed il cinghiale, rappresenta una potenziale fonte di infezione per l’uomo, sebbene la presenza di T. pseudospiralis nei mammiferi sia più limitata rispetto a quella di altre specie di Trichinella. Il monitoraggio della fauna selvatica risulta uno strumento utile per la valutazione del rischio di malattie infettive e parassitarie zoonotiche e le segnalazioni di Trichinella, come nel caso del falco di palude, possono contribuire ad approfondire le conoscenze sulla diffusione ed epidemiologia di questo parassita.
