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La visita dell’assessora Allegni ai Centri di recupero Tartarughe lungo la costa emiliano-romagnola. Il ruolo di IZSLER

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Comunicato 

La visita dell’assessora Allegni ai Centri di recupero Tartarughe lungo la costa emiliano-romagnola. Il ruolo di IZSLER

Oggi l’assessora regionale ai Parchi, Forestazione e biodiversità, Gessica Allegni, ha visitato alcuni dei Centri operativi lungo la costa dell’Emilia-Romagna. Un’importante occasione per approfondire da vicino il lavoro quotidiano svolto e poi le attività di cura e reintroduzione in mare. “I nostri Centri sono veri e propri presidi di biodiversità, svolgono un lavoro prezioso di cura, ricerca scientifica e sensibilizzazione ambientale anche grazie all’attività di tanti volontari” dice l’assessora Allegni.

Ogni anno sono circa 200 gli esemplari di tartaruga “Caretta caretta” feriti o debilitati che vengono soccorsi sulle nostre coste dai Centri di recupero emiliano-romagnoli. Oltre il 90% sopravvivono grazie alle cure e, una parte di questi, vengono tracciati con dispositivi GPS al fine di raccogliere informazioni utili alle strategie per la loro conservazione. 

E proprio per permettere questo lavoro, la Regione ha stanziato quest’anno 40mila euro a sostegno dei Centri attraverso l’Ente Parco del Delta del Po che nei prossimi giorni formalizzerà nuove convenzioni con i Centri stessi per contribuire alle spese di cura e mantenimento delle tartarughe, rafforzando una rete virtuosa di collaborazione tra istituzioni pubbliche e realtà territoriali.

Alla visita hanno preso parte anche Massimiliano Costa, direttore dell’Ente Parco Delta del Po; il capitano di Fregata Antonio Blanco, della Direzione marittima di Ravenna della Guardia Costiera; il luogotenente Massimo Russi, titolare dell’ufficio locale marittimo di Riccione; il tenente colonnello dei Carabinieri Francesco De Santis; l’assessora con deleghe alle Aree naturali, Parco del Delta del Po del Comune di Ravenna, Barbara Monti; la sindaca di Riccione Daniela Angelini ; Silva Rubini e Martina Munari, della sede di Ferrara dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna; insieme ai referenti dei  tre Centri di recupero operanti sul territorio: Sauro Pari (Fondazione Cetacea); Simone D’Acunto (CESTHA – Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat) e Andrea Ferrari, dell’Associazione Turtles of Adriatic Organization (T.A.O.).

Gli esemplari in difficoltà recuperati in mare, vengono presi in carico nei Centri da team specializzati che ne seguono la degenza e la riabilitazione fino al momento del rilascio in mare. I tassi di sopravvivenza sono superiori al 90%, un risultato di assoluto rilievo che testimonia l’efficacia del lavoro svolto. Inoltre, attraverso l’uso di dispositivi GPS per il tracciamento post-rilascio, si raccolgono preziose informazioni sui comportamenti migratori della specie, fondamentali per strategie future di conservazione. I Centri sono impegnati anche a garantire la protezione delle uova, evitando danni involontari da parte dei turisti.

Parallelamente, un ruolo significativo è svolto dalla ricerca scientifica: l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Ferrara si occupa di studiare le cause dei decessi degli esemplari trovati già morti (circa un centinaio all’anno sulla costa emiliano-romagnola), contribuendo a individuare possibili azioni di mitigazione dell’impatto umano sull’ambiente marino.

 

Afta epizootica: risorse disponibili per la prevenzione

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Afta epizootica: risorse disponibili per la prevenzione

Negli ultimi mesi, la Commissione Europea per il Controllo dell’Afta Epizootica ha preparato una serie di FAST resources a disposizione degli Stati membri.

Questi materiali spaziano da webinar a supporti didattici, da poster a video e altro ancora, e si concentrano su afta epizootica, dermatite nodulare contagiosa, vaiolo degli ovini e dei caprini e peste dei piccoli ruminanti.

Alla pagina web Ask the Experts webinars 2025 page puoi scaricare//guardare//condividere:

– Registrazioni e files di domande e risposte del webinar sulla preparazione all’afta epizootica tenutosi il 17 luglio 2025.

– Dieci webinar sulla preparazione all’afta epizootica tenutisi all’inizio di quest’anno.

– Due webinar incentrati sul miglioramento della biosicurezza.

Alla pagina Emergency Toolbox si possono scaricare/guardare/condividere: il materiale di microapprendimento, le schede informative, gli opuscoli e i video sulle malattie FAST sono disponibili in inglese e in diverse altre lingue e possono essere scaricati e condivisi gratuitamente.

Il Segretariato ha inoltre sviluppato un nuovo poster per sensibilizzare i viaggiatori sui rischi di diffusione delle malattie FAST. Il poster “Fermare la diffusione dell’afta epizootica e di malattie animali transfrontaliere simili” (FAST) è stato creato in due versioni, per consentire ai paesi di personalizzarlo e tradurlo.

Sono inoltre disponibili ad accesso libero nella pagina dei corsi i seguenti corsi: Introduzione all’afta epizootica (inglese, francese e tedesco) // Introduzione alla dermatite nodulare contagiosa (inglese e francese) // Introduzione al vaiolo degli ovini e dei caprini (inglese)

West Nile virus: aggiornamento sulla sorveglianza in Lombardia al 31 luglio 2025

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West Nile virus: aggiornamento sulla sorveglianza in Lombardia al 31 luglio 2025

Dal 2014, in Lombardia è attivo un piano regionale di monitoraggio per il West Nile virus (WNV), con l’obiettivo di rilevare in modo precoce la circolazione del virus sul territorio con una sorveglianza integrata medico-veterinaria.

IZSLER è coinvolto:

  • Sorveglianza entomologica, attraverso il monitoraggio delle zanzare vettori;
  • Sorveglianza veterinaria, rivolta agli equidi e all’avifauna selvatica.

Sorveglianza entomologica

Attualmente sono operative 45 trappole entomologiche distribuite su tutto il territorio regionale, con campionamenti effettuati ogni due settimane.

Al 30 luglio 2025 sono stati analizzati 185 pool di zanzare, per un totale di 10.980 esemplari. Le province con il maggior numero di zanzare campionate sono Pavia, Cremona, Mantova, Milano e Brescia (grafico 1).

Sono stati rilevati 6 pool positivi al West Nile virus (circa 588 zanzare infette), con campioni provenienti dalle province di Milano, Lodi e Pavia (figura 1).

  •  Prima positività: 3 luglio 2025
  •  Ultima positività: 23 luglio 2025

Sorveglianza veterinaria

Nell’ambito del piano regionale di monitoraggio per il West Nile virus, la sorveglianza veterinaria ha rilevato ad oggi:

  • 1 caso positivo in un cavallo in provincia di Mantova, confermato in data 22 luglio 2025.

Per quanto riguarda la fauna selvatica, attraverso attività di sorveglianza attiva e passiva sull’avifauna, sono stati testati 1.117 uccelli divisi in 592 in sorveglianza attiva e 525 in sorveglianza passiva  (vedi Grafico 2).

  • Sono stati rilevati 2 casi positivi in volatili:
    • 1 in provincia di Lecco
    • 1 in provincia di Varese
      Entrambe le positività sono state confermate dal centro di Referenza di Teramo il 31 luglio 2025.

Andamento stagionale

Il trend delle positività rilevate nel 2025 risulta in linea con quanto osservato negli anni precedenti (vedi Grafico 3). Storicamente, la prima positività nelle zanzare viene rilevata nella prima metà di luglio, mentre le positività negli uccelli si manifestano verso la fine del mese.

Finalità del piano e misure di prevenzione

Uno degli obiettivi principali del piano regionale di monitoraggio è intercettare precocemente la circolazione del virus, così da prevenire l’infezione nell’uomo e attivare tempestivamente misure di controllo per limitare la diffusione del contagio nella popolazione.

Fin dalla sua attivazione nel 2014, il piano prevede che, a seguito dell’identificazione di circolazione virale, venga avviata su tutto il territorio regionale l’esecuzione del test WNV-NAT sui donatori di sangue ed emocomponenti, ai fini della sicurezza trasfusionale.

 

West Nile virus: aggiornamento sulla sorveglianza in Lombardia al 30 luglio 2025

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West Nile virus: aggiornamento sulla sorveglianza in Lombardia al 30 luglio 2025

Dal 2014, in Lombardia è attivo un piano regionale di monitoraggio per il West Nile virus (WNV), con l’obiettivo di rilevare in modo precoce la circolazione del virus sul territorio con una sorveglianza integrata medico-veterinaria.

IZSLER è coinvolto:

  • Sorveglianza entomologica, attraverso il monitoraggio delle zanzare vettori;
  • Sorveglianza veterinaria, rivolta agli equidi e all’avifauna selvatica.

Sorveglianza entomologica

Attualmente sono operative 45 trappole entomologiche distribuite su tutto il territorio regionale, con campionamenti effettuati ogni due settimane.

Al 30 luglio 2025 sono stati analizzati 185 pool di zanzare, per un totale di 10.980 esemplari. Le province con il maggior numero di zanzare campionate sono Pavia, Cremona, Mantova, Milano e Brescia (grafico 1).

Sono stati rilevati 6 pool positivi al West Nile virus (circa 588 zanzare infette), con campioni provenienti dalle province di Milano, Lodi e Pavia (figura 1).

  •  Prima positività: 3 luglio 2025
  •  Ultima positività: 23 luglio 2025

Sorveglianza veterinaria

Nell’ambito del piano regionale di monitoraggio per il West Nile virus, la sorveglianza veterinaria ha rilevato ad oggi:

  • 1 caso positivo in un cavallo in provincia di Mantova, confermato in data 22 luglio 2025.

Per quanto riguarda la fauna selvatica, attraverso attività di sorveglianza attiva e passiva sull’avifauna, sono stati testati 1.117 uccelli divisi in 592 in sorveglianza attiva e 525 in sorveglianza passiva  (vedi Grafico 2).

  • Ad oggi non sono stati rilevati positività nei volatili

Andamento stagionale

Il trend delle positività rilevate nel 2025 risulta in linea con quanto osservato negli anni precedenti (vedi Grafico 3). Storicamente, la prima positività nelle zanzare viene rilevata nella prima metà di luglio, mentre le positività negli uccelli si manifestano verso la fine del mese.

Finalità del piano e misure di prevenzione

Uno degli obiettivi principali del piano regionale di monitoraggio è intercettare precocemente la circolazione del virus, così da prevenire l’infezione nell’uomo e attivare tempestivamente misure di controllo per limitare la diffusione del contagio nella popolazione.

Fin dalla sua attivazione nel 2014, il piano prevede che, a seguito dell’identificazione di circolazione virale, venga avviata su tutto il territorio regionale l’esecuzione del test WNV-NAT sui donatori di sangue ed emocomponenti, ai fini della sicurezza trasfusionale.

 

Incontro degli ex allievi della Scuola per la Ricerca scientifica di Brescia

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In ricordo del Prof. Gualandi e Dott. Pecorelli

La Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche e l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia ed Emilia-Romagna “B.Ubertini” sono lieti di invitare tutti gli ex allievi della Scuola per la Ricerca Scientifica all’Incontro degli ex allievi della Scuola per la Ricerca scientifica di Brescia in ricordo del Prof. Gualandi e Dott. Pecorelli si terrà il 22 ottobre 2025 presso la Sede della Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche (Via Istria,3/B – 25125 Brescia) dalle 10 alle 14 con un momento di commemorazione e un momento conviviale con gli ex allievi di tutti gli anni di Corso della Scuola.

Il presente invito sarà accompagnato da ulteriori dettagli e da un invito personale.

E’ possibile per gli ex-allievi della scuola per la Ricerca Scientifica dare la propria adesione all’indirizzo :comunicazione@izsler.it.

Nel caso il database degli ex-allievi non fosse aggiornato e non ricevete nessun messaggio potete inviare i vostri dati a comunicazione@izsler.it.

Primo EURCAW Poultry SFA Roadshow a Brescia sugli indicatori di benessere nelle fasi di macellazione dei volatili

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Primo EURCAW Poultry SFA Roadshow a Brescia sugli indicatori di benessere nelle fasi di macellazione dei volatili

Il primo EURCAW Poultry SFA Roadshow si è svolto in Italia il 2 e 3 luglio 2025 presso IZSLER. L’evento è stato organizzato dai tre membri italiani di EURCAW Poultry SFA. L’Autorità centrale competente italiana ha espresso interesse per il tema degli indicatori di benessere animale raccolti al momento della macellazione per valutare il benessere in allevamento, in quanto questo è fondamentale per l’attuazione del piano annuale di controllo del benessere animale italiano per il pollame. Il punto focale della CCA e un gruppo rappresentativo di 23 funzionari veterinari responsabili dei controlli ufficiali negli impianti di macellazione avicola delle principali regioni produttrici di pollame hanno partecipato all’evento. Dopo il benvenuto e la presentazione di tutti i partecipanti, gli organizzatori hanno fornito un’introduzione e un aggiornamento sulle attività di EURCAW Poultry SFA, seguite da una presentazione delle attività del partenariato UE relative agli indicatori al momento della macellazione per la valutazione del benessere in allevamento, con particolare attenzione alla FPD (dermatite da pododermatite). Il punto focale della CCA italiana ha presentato il piano nazionale di controllo annuale del benessere animale italiano (PNBA 2024) e ha fornito aggiornamenti sul relativo benessere avicolo nazionale. legislazione Successivamente, è stato somministrato ai partecipanti un’esercitazione sul punteggio FPD e i risultati sono stati discussi il giorno successivo. Due dei partecipanti hanno presentato una relazione sulla raccolta e valutazione dei dati presso un impianto di macellazione nel loro distretto (ASL Cuneo 1), che ha stimolato discussioni molto interattive sul tipo di dati sul benessere raccolti durante la macellazione e su come questi vengono raccolti e analizzati. Altri argomenti discussi sono stati la verifica delle attrezzature per lo stordimento e l’idoneità al trasporto. Infine, si è svolto un dibattito sull’utilizzo dei risultati di EURCAW, su come migliorare la diffusione e sui suggerimenti per attività o argomenti futuri per il programma di lavoro di EURCAW.

EFSA training presso IZSLER

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EFSA training presso IZSLER

Dal 8 al 10 luglio 2025, presso la sede di Brescia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna (IZSLER), si è svolto un importante incontro formativo nell’ambito del progetto di ricerca promosso da EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare che ha sede a Parma), intitolato Animal care & welfare: dairy herd welfare indicators. Risk-based model for dairy herd welfare: Field data collection (GP/EFSA/BIOHAW/2023/03).

L’obiettivo principale di questo progetto è la validazione, in 500 allevamenti europei di bovine da latte, di alcuni indicatori per la valutazione del benessere di questa popolazione animale, secondo il modello basato sul rischio delineato nell’ultima Opinione Scientifica di EFSA sul benessere delle bovine da latte. Per ulteriori dettagli, consultare: EFSA Opinione Scientifica. Questo modello mira a fornire indicatori comuni per un futuro monitoraggio a livello di Unione Europea del benessere delle bovine da latte..

Il training è stato coordinato dal Prof. Christoph Winckler della University of Natural Resources and Life Sciences (BOKU) di Vienna (Austria) e ha visto la partecipazione di un gruppo diversificato di enti di ricerca europei, tra cui il Johann Heinrich von Thünen Institut (Germania), Sveriges Lantbruksuniversitet (Svezia), Ellinikos Georgikos Organismos-Dimitra/Veterinary Research Institute (Grecia), University College of Dublin, National University of Ireland (Irlanda) e Universitatea de Ştiinţele Vieţii (Regele Mihai I) di Timişoara (Romania).

In Italia, oltre all’IZSLER, hanno partecipato l’Università degli Studi di Milano e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise (G. Caporale).

Il programma del training ha incluso tre sessioni in aula dedicate alla definizione operativa degli indicatori e alla verifica della concordanza delle osservazioni tra i valutatori coinvolti nel progetto, oltre a tre visite in due allevamenti della provincia di Brescia per l’applicazione pratica delle conoscenze acquisite, al fine di armonizzare le modalità di raccolta dei dati nei 500 allevamenti che verranno coinvolti.

Questo incontro rappresenta un passo significativo nel percorso di questo progetto di ricerca, che, nella sua prima fase, mira al miglioramento delle pratiche di valutazione e monitoraggio del benessere animale in Europa, con importanti implicazioni per il benessere delle bovine e per gli stakeholder coinvolti.

West Nile, Rete IZS con Il Ministero della Salute e gli Enti Locali: Strategia condivisa per contrastare il virus

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West Nile, Rete IZS con Il Ministero della Salute e gli Enti Locali: Strategia condivisa per contrastare il virus

La West Nile non è nuova: già all’inizio degli anni 2000, tra le prime regioni italiane ad essere colpite dalla West Nile, l’Emilia Romagna ha fin da subito sviluppato uno dei piani di sorveglianza più articolati e capillari, come racconta il dottor Giuseppe Merialdi, Direttore del Dipartimento Area Territoriale Emilia Romagna IZS Lombardia ed Emilia Romagna. “Monitoriamo il territorio attraverso trappole a CO2 per zanzare, distribuite in modo omogeneo e capillare soprattutto nelle aree di pianura, ambiente ideale per la zanzara Culex. Le trappole funzionano grazie al ghiaccio secco che libera anidride carbonica, attirando gli insetti. Una volta catturate, le zanzare vengono campionate nei nostri laboratori e analizzate: appena intercettato il virus, scatta immediatamente la componente di controllo di sanità pubblica regionale sulle sacche di sangue“.
Una volta individuato il virus, i campioni vengono immediatamente inviati all’IZS di Teramo, che dal 1991 è Centro di Referenza Nazionale per le Malattie Esotiche (CESME). “Il nostro compito – spiega il Direttore Generale Nicola D’Alterio – è effettuare i test di conferma, fornire supporto tecnico-scientifico, elaborare i dati e coordinare le attività diagnostiche. Quando viene confermato un primo caso in una provincia, si attiva immediatamente un sistema coordinato: i risultati sono trasmessi a tutte le autorità competenti e vengono attivati screening obbligatori dei donatori di sangue e organi nella provincia interessata, per prevenire così il rischio di trasmissione

Il monitoraggio della West Nile rappresenta uno dei casi più efficaci di applicazione concreta dell’approccio One Health: un modello di sorveglianza integrata fondato sulla collaborazione tra la Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, il Ministero della Salute, il Centro di Referenza Nazionale per le Malattie Esotiche (CESME), l’Istituto Superiore di Sanità, gli Enti Locali, il Centro Nazionale Trapianti, il Centro Nazionale Sangue, le strutture ospedaliere e i Servizi Veterinari Locali.
Il piano, già strutturato a livello nazionale, si è attivato immediatamente nel Lazio dopo il primo caso di contagio, mettendo in atto sia procedure previste che la cabina di regia tra Ministero della Salute, Regione Lazio e Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana: “Abbiamo affrontato la situazione con tempestività e determinazione, in stretto coordinamento con la Regione Lazio e il Ministero della Salute”, spiega Stefano Palomba, Commissario straordinario dell’Istituto. “Stiamo eseguendo analisi e rilievi in un raggio di cinque chilometri nella zona in cui si è verificato il caso purtroppo fatale. È ragionevole pensare che amplieremo questa area, coinvolgendo tutto l’Agropontino. I nostri operatori effettuano prelievi di sangue sui cavalli negli allevamenti (soggetti a fondo cieco e quindi non trasmettono il virus), per garantire un monitoraggio immediato della diffusione. Contestualmente, attraverso il potenziamento del sistema di trappole già attivo per la cattura delle zanzare: l’analisi degli esemplari raccolti ci permetterà di valutare la loro positività e l’eventuale rimodulazione degli interventi. Sotto osservazione anche corvi e passeri, che possono fungere da vettori alati e trasformarsi in serbatoi del virus per l’uomo.

Fonte The Skill

Premiato un poster di ricerca del Centro di Referenza per i Metodi alternativi alla sperimentazione animale

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Premiato un poster di ricerca del Centro di Referenza per i Metodi alternativi alla sperimentazione animale

In occasione del 78° Congresso annuale SISVet (Società Italiana Scienze Veterinarie), tenutosi in Sicilia dal 10 al 12 Giugno 2025, il lavoro “Development of cell culture model using immortalised cell line and ALI system for influenza A virus research” è stato premiato come miglior poster ANIV (Associazione Nazionale Infettivologi Veterinari). La dr.ssa Martina Angela Checco, collaboratore della ricerca presso il Centro di Referenza per i Metodi Alternativi, Benessere e Cura degli Animali da Laboratorio, ha sviluppato uno studio relativo alla messa punto di un modello cellulare applicabile alla ricerca sull’influenza aviaria. Tale tematica si inserisce nell’ambito dell’attività svolta dal Centro di Referenza in un’ottica di applicazione del principio delle 3R che, in questo caso specifico, ha evidenziato un approccio pratico nell’ambito delle colture cellulari come possibile sostituzione (replacement) del modello animale.

Il lavoro aveva lo scopo di sviluppare un sistema innovativo utilizzando la metodologia ad interfaccia aria-liquido (ALI). La coltura ALI permette di ricostruire l’epitelio pseudostratificato delle vie aeree, permettendo un miglior differenziamento cellulare ed imitando le caratteristiche del tratto respiratorio superiore; inoltre, può essere utilizzata per monitorare le potenziali cambiamenti di tipo patogenetico dei diversi biotipi del virus dell’influenza.

Lo studio è stato svolto grazie al finanziamento del Ministero della Salute, nell’ambito del Progetto Ministeriale “Sviluppo di un modello in vitro basato sull’impiego di bioreattore per la valutazione della capacità infettante e replicativa di virus suini” (MINSAL_BIOREATTORESUI) ed ha permesso di ottenere risultati preliminari promettenti per il proseguimento delle attività del Centro di Referenza, orientate verso un miglioramento delle metodiche in vitro in ambito diagnostico e di ricerca.

L’approccio più consapevole ed etico da parte dei ricercatori che lavorano nel campo della sperimentazione animale, sta portando ad una maggiore consapevolezza dell’importanza di un approccio non animal based, funzionale all’applicazione del principio delle 3R, che inizia con refinement e reduction per tendere, come nel nostro caso, ad un replacement del modello animale con quello in vitro.

Lumpy Skin Disease (LSD), l’impegno della Rete degli Istituti

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Lumpy Skin Disease (LSD), l’impegno della Rete degli Istituti

Studiare i virus e intercettarli, eseguire test diagnostici in maniera tempestiva sull’intero territorio italiano: è il lavoro, quotidiano e instancabile, della Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali Italiani, che conta 10 sedi centrali, più di 90 sezioni territoriali ed esegue oltre 25 milioni di analisi ogni anno.

Non fa eccezione la Lumpy Skin Disease (LSD), o dermatite nodulare contagiosa, che, da circa un mese ha visto l’intera Rete in prima linea, con un ruolo centrale per l’IZS della Sardegna e l’IZS di Teramo, dal 1991 Centro di Referenza per le malattie esotiche degli animali (CESME), impegnata nelle attività di monitoraggio e sorveglianza in sinergia con il Ministero della Salute, le Autorità regionali ed il Centro di Referenza Nazionale per l’Epidemiologia Veterinaria, la Programmazione, l’Informazione e l’Analisi del Rischio (COVEPI).

Sono 20 i focolai di dermatite nodulare contagiosa confermati in Sardegna oggi. Una malattia virale che colpisce i bovini e che, in poche settimane, ha fatto registrare una rapida diffusione sull’isola. Il primo caso italiano è stato confermato lo scorso 21 giugno in provincia di Nuoro e, poi, un nuovo focolaio in un allevamento in provincia di Mantova, estinto nel giro di pochi giorni mediante l’abbattimento dei bovini.

Si tratta di una patologia che è ben nota a livello internazionale: identificata per la prima volta in Zambia negli anni ’20, la LSD si è poi diffusa in modo endemico in gran parte dell’Africa, per arrivare, negli ultimi anni, anche in Medio Oriente, Asia ed Europa dell’Est. L’Italia, che era rimasta fino a un mese fa indenne, con il primo focolaio sardo e, poi, con quello lombardo, ha perso lo status di Paese “LSD free”. La LSD è classificata come malattia di categoria A nel Regolamento di esecuzione (UE) 2018/1882: una categoria riservata alle patologie che normalmente non si manifestano nell’Unione Europea e che impongono l’adozione immediata di misure di eradicazione.

«La priorità in questa prima fase è stata confinare la malattia» ha dichiarato Simonetta Cherchi, Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna. «E definire rapidamente – insieme alle Autorità regionali, al Ministero e al Centro di Referenza Nazionale per l’Epidemiologia Veterinaria, la Programmazione, l’Informazione e l’Analisi del Rischio (COVEPI) – la strategia di contrasto all’infezione. Adesso è fondamentale il supporto degli allevatori: nei prossimi giorni inizieranno le vaccinazioni. Vaccinare i capi nel più breve tempo possibile può fare la differenza per contrastare la malattia».

Il virus si trasmette principalmente attraverso insetti vettori come mosche, zanzare e zecche, e più raramente per contatto diretto tra animali. È presente in particolare nelle lesioni cutanee, croste, noduli, saliva, secrezioni respiratorie, latte e materiale seminale. L’infezione può avvenire anche tramite alimenti e acqua contaminati.

Benché il virus non si trasmetta all’uomo, ha un impatto sanitario ed economico rilevante: causa una riduzione della produzione di latte, aborti, danni alla qualità delle carni e delle pelli, con conseguenze gravi per le aziende. Le misure di contenimento includono blocco delle movimentazioni, vaccinazione e abbattimento dei capi infetti. «Le istituzioni e le autorità stanno lavorando in sinergia per ridurre al minimo gli impatti sanitari ed economici della malattia – prosegue la Direttrice Generale dell’Istituto –, adottando tutte le misure previste dalle normative europee. Solo grazie ad una applicazione efficace e tempestiva delle procedure e alla collaborazione degli allevatori, si potranno mitigare gli effetti sugli allevamenti».

Sin dai primi casi, dunque, il personale dell’IZS della Sardegna, dell’IZS di Teramo e dell’intera Rete è stato operativo per supportare le autorità nelle visite cliniche, nei campionamenti e nella sorveglianza entomologica. I laboratori degli Istituti sono infatti stati autorizzati dal Ministero ad eseguire tutti gli esami per la diagnosi ufficiale, oggi garantita in 24 ore.

«Più che mai in questa situazione, la Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali è una risorsa fondamentale in termini di professionalità, mezzi e strutture. La nostra Rete garantisce una costante attività di sorveglianza e monitoraggio e rappresenta una garanzia per la salute pubblica», ha concluso la Dott.ssa Cherchi, sottolineando il ruolo strategico della Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali

Fonte: The skill