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Nuovo Direttore Sanitario per IZSLER

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Il Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico della Lombardia ed Emilia-Romagna dr. Piero Frazzi ha nominato Direttore Sanitario il dr. Giuseppe Merialdi che ha preso servizio Lunedi 14 settembre 2020.

Il nuovo Direttore Sanitario, Dr. Giuseppe Merialdi, Laureato nel 1996 in Medicina Veterinaria presso l’Università degli Studi di Parma, nel Giugno 1999 ottiene il Diploma di Specializzazione triennale in Sanità Animale, Allevamenti e Produzioni Zootecniche. Nel 2008 ha conseguito il titolo di European Veterinary Specialist nel College ECPHM. Nel 2013 ha conseguito il Dottorato di ricerca in Salute Animale.
Dal 2000 Veterinario Dirigente di I livello presso la Sezione Diagnostica di Reggio Emilia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna in cui è stato responsabile dei Laboratori di Diagnostica, Sierologia e Microbiologia degli Alimenti.
Ha dedicato parte rilevante della sua attività allo studio delle patologie infettive degli animali ed alla microbiologia degli alimenti. Dal 1° febbraio 2008 è Dirigente della Struttura Complessa Sezione Diagnostica di Bologna dell’IZSLER.
Capo dipartimento della AREA TERRITORIALE EMILIA ROMAGNA, cui afferiscono le Strutture Complesse: Sede Territoriale di Forlì – Ravenna, Sede Territoriale di Parma – Piacenza, Sede Territoriale di Bologna – Modena – Ferrara, Sede Territoriale di Reggio Emilia, dall’aprile 2020.
È autore e coautore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche

Un ringraziamento particolare al Direttore Sanitario uscente Dr. G. Diegoli per il prezioso lavoro svolto in questi mesi e il contributo dato alle attività di IZSLER.

Covid-19 e gravidanza: le prime prove definitive della possibilità di trasmissione dell’infezione da madre a feto attraverso la placenta

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Un team di ricercatori bresciani coordinato dal prof. Fabio Facchetti, Direttore del Laboratorio di Anatomia Patologica dell’Università degli Studi di Brescia/Spedali Civili di Brescia, ha fornito per la prima volta le prove definitive relative alla possibilità, seppur molto rara, della cosiddetta “trasmissione verticale” dell’infezione SARS-Cov-2 dalla madre al feto attraverso la placenta.
Allo studio, pubblicato sul numero di settembre della rivista EBioMedicine del prestigioso gruppo editoriale The Lancet, hanno collaborato il Reparto di Virologia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna (Dr. Antonio Lavazza), la Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università degli Studi di Brescia/Spedali Civili di Brescia (Direttore prof. Enrico Sartori), l’IFOM di Milano (Dr. Stefano Casola) e l’Unità di Immunologia Oncologica dell’Università di Palermo (Prof. Claudio Tripodo).
I ricercatori hanno esaminato la proteina spike del virus SARS-CoV dalla placenta di 101 donne che hanno partorito tra il 7 febbraio e il 15 maggio 2020 presso gli Spedali Civili di Brescia, tra cui 15 sono risultate positive al virus, 34 negative e 52 non valutabili o per mancanza di appositi criteri o per aver partorito prima della dichiarazione della pandemia.
Lo studio si è focalizzato sulla placenta di una giovane donna ricoverata alla 37esima settimana di gravidanza per la comparsa di febbre e altri sintomi ricollegabili all’infezione da Covid-19. La donna, risultata poi positiva al virus, ha dato alla luce per parto indotto un neonato maschio, che a 24 ore dalla nascita è risultato anch’esso positivo, sviluppando polmonite con difficoltà respiratoria. Attraverso varie tecniche di indagine, i ricercatori hanno dimostrato la presenza di SARS-CoV-2 in diverse componenti della placenta, appartenenti sia alla madre (cellule infiammatorie nel sangue materno), che al feto. In particolare, le proteine virali spike e nucleocapside, così come l’RNA virale, sono stati osservati in abbondanza nelle cellule fetali che rivestono il villo coriale (sinciziotrofoblasto) e che sono a contatto diretto con il sangue materno. Questo dato è stato poi confermato dalla microscopia elettronica, che ha permesso di identificare particelle virali anche in cellule endoteliali dei capillari del villo e – fatto mai osservato prima e prova definitiva della trasmissione verticale – in globuli bianchi fetali circolanti all’interno dei capillari.
«Gli effetti e le conseguenze del Coronavirus sulle donne in gravidanza e sui neonati sono poco conosciuti, ma la crescente segnalazione di casi di madri affette da Covid-19, i cui neonati hanno presentato segni di infezione precoce dopo la nascita, hanno indicato che la trasmissione di SARS-Cov-2 da madre a figlio è un evento possibile – dichiara il prof. Fabio FacchettiI risultati del nostro studio dimostrano per la prima volta, che la trasmissione verticale dell’infezione SARS-CoV-2 è possibile, seppur rara, e che essa si verifica mediante il passaggio del virus da cellule circolanti materne ai villi coriali della placenta. Un reperto del tutto inatteso è stato il riscontro di una reazione infiammatoria placentare limitatamente al versante materno, mentre, nonostante l’infezione, la componente fetale (villo coriale) ne è stata risparmiata, un fenomeno «protettivo» che può essere dipeso dall’attivazione di molecole inibitorie dell’infiammazione osservata in diverse componenti del villo stesso. È ragionevole pensare che il ridotto danno dei villi abbia garantito un sufficiente scambio nutritizio tra madre e feto, limitando i danni del feto stesso».
Sebbene sia noto che l’infezione da Coronavirus colpisca prevalentemente i polmoni e che siano i meccanismi infiammatori da essa scatenati i principali responsabili dei danni all’organo, nel caso della placenta, invece, lo studio ha osservato come l’evoluzione clinica sia stata decisamente positiva, con una rapida guarigione sia della madre che del bambino. Questo aspetto ha indotto i ricercatori a considerare che nel tessuto placentare la reazione infiammatoria possa avere delle caratteristiche peculiari, come di fatto è poi emerso dalle loro analisi.
Titolo dell’articolo pubblicato: “SARS-CoV2 vertical transmission with adverse effects on the newborn revealed through integrated immunohistochemical, electron microscopy and molecular analyses of Placenta”
DOI: https://doi.org/10.1016/j.ebiom.2020.102951

Campagna “AzZECCA la Prevenzione” collaborazione di IZSLER con ATS lombarde della Montagna

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È proseguita anche quest’anno, nonostante le difficoltà connesse alla pandemia, la campagna di monitoraggio sulle zecche organizzata da ATS della Montagna in collaborazione con IZSLER (Conoscere-le-zecche_v2020_Web.pdf).
Alla data odierna sono stati conferiti 110 campioni di parassiti, raccolti da persone (adulti e bambini) che hanno provveduto al conferimento previa rimozione “autonoma” dei parassiti oppure dopo essersi rivolti alle strutture sanitarie territoriali.
Quest’anno, complici il clima favorevole e, probabilmente, il ritardo nello sfalcio dei prati conseguente al prolungarsi del lockdown, si è osservato un notevole aumento delle segnalazioni di morsi da zecca, anche in forma massiva. Va comunque segnalato che, grazie al passaparola nonché alla comunicazione relativa alla campagna promossa da ATS Montagna sia sui media locali che alla rete dei medici di medicina generale / pediatri di libera scelta, un numero sempre maggiore di persone viene a conoscenza di questa attività e se ne avvale.
Altro segnale piuttosto preoccupante è quello relativo ad una ridotta efficacia dei repellenti più diffusi in commercio, per cui alcune persone particolarmente esposte (fungaioli, cacciatori, etc.) sono state colpite più volte nonostante i trattamenti preventivi.
Grazie alla attivazione delle strutture territoriali IZSLER di Pavia e di Reggio Emilia, previa determinazione della specie di appartenenza degli artropodi, è stato eseguito un pannello di prove per la ricerca dei principali patogeni, pericolosi per l’uomo, da essi potenzialmente veicolati (Borrelia burgdorferi sensu lato, Francisella spp., Rickettsia spp., Coxiella burnettii). A questo “pannello” di prove è stata aggiunta la ricerca del Virus della Encefalite da Zecca (TBE), in considerazione della presenza del patogeno nei territori contermini (Trentino e Canton Grigioni).
Nel mese di agosto ATS della Montagna ha rilasciato un comunicato relativo alla campagna 2020 ed al feedback delle attività svolte nel 2019 e dei relativi risultati osservati (https://www.ats-montagna.it/zecche-e-prevenzione-e-gia-partita-la-campagna/).
Grazie alla collaborazione del Servizio Epidemiologico della Lombardia (già OEVRL) sono state rese disponibili le elaborazioni grafiche relative alla provenienza geografica dei campioni positivi, suddivisi per singolo patogeno (zecche_malattie_evoluzione_12.png).
Nel 2019 sono state analizzati 184 campioni di zecche, dei quali 131 prelevate dall’uomo.
Per quanto riguarda la malattia di Lyme, nel 2018, nel territorio dell’ATS della Montagna, vi sono stati 17 casi, nel 2019 26 casi e 3 casi nel primo trimestre del 2020. È stato registrato un campione positivo per Francisella spp., 10 campioni positivi per Rickettisia spp. ed 1 per Coxiella burnettii. Tutti i campioni testati per TBE sono risultati negativi, sia nel 2019 che nel 2020.
La collaborazione, ormai rodata, fra ATS della Montagna e Istituto Zooprofilattico continua a rappresentare un esempio a livello regionale e nazionale confermando, dunque, la validità e l’efficacia di questo modello di indagine e di prevenzione.

IZSLER cerca diplomati e laureati per progetti di ricerca

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L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna ha emesso in questi giorni i bandi per l’aggiornamento degli elenchi degli idonei al conferimento di borse di studio per diplomati e laureati in diverse discipline, da inserire nei progetti di ricerca a quali IZSLER partecipa. Visto l’elevato numero di progetti e di borse ancora da assegnare e in previsione dell’avvio di nuovi progetti di ricerca corrente ministeriali previsti per l’autunno, è necessario integrare gli elenchi per le svariate professionalità che sono coinvolte nei progetti di ricerca, in particolare diplomati e laureati in materie scientifiche.
L’attività tecnico scientifica correlata ai progetti è una occasione, peraltro retribuita, per i giovani che hanno appena concluso un percorso di studi, per entrare nel mondo della ricerca e conoscere le attività di laboratorio tipiche di IZSLER, mentre per chi ha già in parte acquisito competenze specifiche, è l’occasione di far crescere la propria professionalità attraverso nuove esperienze in un contesto di elevata competenza e specializzazione.
Trattandosi di un aggiornamento delle liste, la cui durata è triennale, chi è già inserito in un elenco non deve ripresentare la domanda, se non eventualmente per integrare il proprio curriculum con nuove informazioni.
In ciascun bando sono descritti in dettaglio i titoli di studio ammessi alla selezione. Una volta verificata l’idoneità e inseriti nelle liste, i candidati verranno avvisati ogniqualvolta vi sia un avviso di selezione di borsa di studio per la specifica professionalità.
I bandi sono pubblicati alla voce “Concorsi” nel settore “Albo pretorio”
(https://www.izsler.it/pls/izs_bs/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=2391)

IZSLER cerca diplomati e laureati per progetti di ricerca

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L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna ha emesso in questi giorni i bandi per l’aggiornamento degli elenchi degli idonei al conferimento di borse di studio per diplomati e laureati in diverse discipline, da inserire nei progetti di ricerca a quali IZSLER partecipa. Visto l’elevato numero di progetti e di borse ancora da assegnare e in previsione dell’avvio di nuovi progetti di ricerca corrente ministeriali previsti per l’autunno, è necessario integrare gli elenchi per le svariate professionalità che sono coinvolte nei progetti di ricerca, in particolare diplomati e laureati in materie scientifiche.
L’attività tecnico scientifica correlata ai progetti è una occasione, peraltro retribuita, per i giovani che hanno appena concluso un percorso di studi, per entrare nel mondo della ricerca e conoscere le attività di laboratorio tipiche di IZSLER, mentre per chi ha già in parte acquisito competenze specifiche, è l’occasione di far crescere la propria professionalità attraverso nuove esperienze in un contesto di elevata competenza e specializzazione.
Trattandosi di un aggiornamento delle liste, la cui durata è triennale, chi è già inserito in un elenco non deve ripresentare la domanda, se non eventualmente per integrare il proprio curriculum con nuove informazioni.
In ciascun bando sono descritti in dettaglio i titoli di studio ammessi alla selezione. Una volta verificata l’idoneità e inseriti nelle liste, i candidati verranno avvisati ogniqualvolta vi sia un avviso di selezione di borsa di studio per la specifica professionalità.
I bandi sono pubblicati alla voce “Concorsi” nel settore “Albo pretorio”
(https://archive.izsler.it/pls/izs_bs/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=2391)

FAO-OIE programmi comuni per il controllo della Peste Suina Africana

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La peste suina africana (ASF) è una malattia infettiva dei suini domestici e selvatici. Il numero di paesi o territori interessati da ASF è aumentato negli ultimi anni, con notifiche dai paesi dell’Africa sub-sahariana, dell’Europa e dell’Asia. Alla Assemblea mondiale dei delegati dell’Organizzazione mondiale per Salute Animale (OIE) è stato fatto un appello per un’iniziativa globale di controllo della ASF, riconoscendo l’attuale aumentato rischio globale e il significativo impatto della malattia sulla salute e benessere degli animali, sulla sicurezza alimentare e sulle economie mondiali, nonché sullo sviluppo rurale e sociale. L’Assemblea ha riconosciuto la complessità del problema, che richiede di essere affrontata con una efficace cooperazione multisettoriale e multiistituzionale. Ha inoltre preso atto della collaborazione di lunga data tra FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) e OIE nella gestione dei rischi connessi alla salute degli animali.
 
FAO e OIE hanno identificato il Global Framework for the Progressive Control of Transboundary Animal Diseases (GF-TAD) come strumento adeguato per lo sviluppo e la promozione di partenariati nazionali, regionali e globali, per rafforzare la prevenzione e minimizzare l’impatto dell’ASF sulla salute e il benessere dei suini sul commercio internazionale.
In questi giorni GF-TAD ha prodotto un documento destinato a tutti gli stati per promuovere a livello globale comportamenti comuni nella lotta alla ASF. Alla stesura del documento (in allegato) ha collaborato la Dott.ssa Silvia Bellini responsabile della Sorveglianza Epidemiologica IZSLER.

Veterinari dietro le quinte di Una Sola Salute

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Durante questi ultimi mesi la parola salute è stata sempre associata all’epidemia da coronavirus in atto e le preoccupazioni prevalenti indirizzate a come prevenire, curare, evitare la malattia. Durante tutto il periodo abbiamo però beneficiato di supermercati pieni e di cibi freschi e sani. Tutto ciò ci è sembrato normale, forse qualcuno lo ha ritenuto dovuto, ma non è così in molte parti del mondo. Dietro le quinte della nostra salute, per la quale si sono prodigati medici e operatori sanitari, ci sono state varie categorie di persone che hanno sempre lavorato assicurando in altri modi il benessere dei cittadini. Il sito Alimenti&Salute https://www.alimenti-salute.it/ ha voluto sottolineare con un video (https://www.youtube.com/watch?v=0-815LLEOsk), il lavoro dei veterinari pubblici addetti ai controlli ufficiali negli impianti di lavorazione dei prodotti alimentari, lavoro per certi versi silenzioso e invisibile. I veterinari hanno raccontato la loro esperienza e l’impegno per mantenere nel contempo la salute degli operatori e la salubrità e qualità degli alimenti.
Il video è accompagnato da una presentazione che ne spiega le finalità e i contenuti.
 
Dalla fine di febbraio 2020 tutto è cambiato. Le industrie alimentari hanno continuato a lavorare per garantire la produzione di alimenti e hanno dovuto, da subito, cominciare ad organizzarsi per cercare di garantire oltre che produzioni sicure, anche le necessarie misure di protezione e distanziamento dei lavoratori.
Stessa cosa per gli operatori del controllo ufficiale. Abbiamo intervistato alcuni veterinari, responsabili del controllo in alcuni grossi stabilimenti di macellazione di suini, bovini ed avicoli, presenti nel territorio della Regione Emilia-Romagna, per farci raccontare la loro esperienza. Il servizio veterinario non è nuovo alle epidemie o alle pandemie, l’influenza aviaria ad esempio è ancora presente in Europa e nel mondo così come la peste suina africana viene continuamente monitorata per impedire che dilaghi in tutta Europa; per far questo la sanità pubblica veterinaria deve garantire che le filiere degli alimenti di origine animale (dall’allevamento fino alla distribuzione) vengano attentamente poste sotto controllo sia per la sanità animale che per la sicurezza alimentare.”
 
Si parla spesso di approccio”One Health”, Una Sola Salute, il lavoro dei veterinari in questo periodo, più che in altri, è la testimonianza più evidente di quanto questo approccio sia necessario nella società globalizzata.

Veterinari dietro le quinte di Una Sola Salute

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Durante questi ultimi mesi la parola salute è stata sempre associata all’epidemia da coronavirus in atto e le preoccupazioni prevalenti indirizzate a come prevenire, curare, evitare la malattia. Durante tutto il periodo abbiamo però beneficiato di supermercati pieni e di cibi freschi e sani. Tutto ciò ci è sembrato normale, forse qualcuno lo ha ritenuto dovuto, ma non è così in molte parti del mondo. Dietro le quinte della nostra salute, per la quale si sono prodigati medici e operatori sanitari, ci sono state varie categorie di persone che hanno sempre lavorato assicurando in altri modi il benessere dei cittadini. Il sito Alimenti&Salute https://www.alimenti-salute.it/ ha voluto sottolineare con un video (https://www.youtube.com/watch?v=0-815LLEOsk), il lavoro dei veterinari pubblici addetti ai controlli ufficiali negli impianti di lavorazione dei prodotti alimentari, lavoro per certi versi silenzioso e invisibile. I veterinari hanno raccontato la loro esperienza e l’impegno per mantenere nel contempo la salute degli operatori e la salubrità e qualità degli alimenti.
Il video è accompagnato da una presentazione che ne spiega le finalità e i contenuti.
 
Dalla fine di febbraio 2020 tutto è cambiato. Le industrie alimentari hanno continuato a lavorare per garantire la produzione di alimenti e hanno dovuto, da subito, cominciare ad organizzarsi per cercare di garantire oltre che produzioni sicure, anche le necessarie misure di protezione e distanziamento dei lavoratori.
Stessa cosa per gli operatori del controllo ufficiale. Abbiamo intervistato alcuni veterinari, responsabili del controllo in alcuni grossi stabilimenti di macellazione di suini, bovini ed avicoli, presenti nel territorio della Regione Emilia-Romagna, per farci raccontare la loro esperienza. Il servizio veterinario non è nuovo alle epidemie o alle pandemie, l’influenza aviaria ad esempio è ancora presente in Europa e nel mondo così come la peste suina africana viene continuamente monitorata per impedire che dilaghi in tutta Europa; per far questo la sanità pubblica veterinaria deve garantire che le filiere degli alimenti di origine animale (dall’allevamento fino alla distribuzione) vengano attentamente poste sotto controllo sia per la sanità animale che per la sicurezza alimentare.”
 
Si parla spesso di approccio”One Health”, Una Sola Salute, il lavoro dei veterinari in questo periodo, più che in altri, è la testimonianza più evidente di quanto questo approccio sia necessario nella società globalizzata.

Zooprofilattici, una rete invidiabile

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Gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IIZZSS) in Italia sono 10 enti biregionali che svolgono la loro attività prevalente nel settore della salute pubblica veterinaria, costituendo una rete di istituzioni a carattere tecnico scientifico di supporto a tutte le attività riguardanti la salute e il benessere degli animali, la sicurezza alimentare e l’ambiente. La diagnostica delle malattie, il controllo dei prodotti e dei processi di produzione alimentare, la rilevazione della presenza di sostanze tossiche nei prodotti e nell’ambiente costituiscono la parte più rilevante delle attività senza trascurare l’attività di formazione e ricerca e la consulenza tecnico scientifica nei settori di competenza.
Gli IIZZSS, coordinati dal Ministero della Salute, costituiscono una rete di laboratori di controllo e strutture di ricerca, integrata con i territori, che assume un ruolo importante nell’approccio One Health alla salute dell’uomo e degli animali.
Nel periodo del coronavirus quasi tutti gli IIZZSS hanno potuto affiancare la sanità pubblica, mettendo a disposizione laboratori e competenze per l’esame dei tamponi, per la messa a punto di metodiche sierologiche (IZSLER) e per il sequenziamento di ceppi di virus SARS Cov 2 (IZSLVe), senza ridurre le attività di controllo dei prodotti alimentari e le restanti attività fondamentali per la salute e il benessere degli animali. Gli IIZZSS ad esempio già da alcuni anni costituiscono il primo baluardo per le malattie trasmesse da insetti, come per la West Nile e per la Chikungunya, attraverso il piano di controllo dei vettori, partecipano attivamente al contrasto dell’Antimicrobico Resistenza con specifici strumenti messi a punto per il controllo dell’utilizzo di antibiotici (es. Classyfarm) e condividono con il settore della medicina umana le conoscenze sugli isolamenti di patogeni batterici dagli animali e dagli alimenti attraverso la partecipazione dei laboratori di analisi dei ceppi e dei dati (es. Laboratorio di analisi del rischio di Parma).
Ancor più recentemente il primo isolamento mondiale di Lyssavirus da un gatto, avvenuto in Italia, ha messo in evidenza come la rete di controllo e di ricerca degli IIZZSS sia importante per la sanità pubblica. Sulla base di un sospetto di malattia nervosa, simile alla rabbia, conseguente ad una morsicatura, un collega veterinario di Arezzo ha inviato il materiale all’IZSVe (Zooprofilattico delle Venezie – Centro di referenza per la rabbia silvestre) che prima ha escluso la rabbia, e poi ha confermato l’isolamento di un virus dei pipistrelli dal cervello del gatto testimoniando che il passaggio del Lyssavirus dai pipistrelli ai gatti è possibile.
Per quanto l’evento non abbia ripercussioni sulla salute umana, il virus infatti non si diffonde all’uomo, il suo pronto isolamento e caratterizzazione da una parte ha evitato alla persona morsicata un inutile trattamento sanitario, dall’altro ha impedito inutili allarmismi nella popolazione. Il Ministero della Salute ha emesso una circolare volta a stimolare l’attenzione al problema senza suscitare panico (Circolare DGSAF DGPREV del 3 luglio 2020 West Caucasian Lyssavirus isolato da un gatto – Indicazioni precauzionali).
La possibilità di disporre in Italia di una rete di laboratori competenti integrata nel territorio da veterinari liberi professionisti e da veterinari pubblici, pronta alla rilevazione e caratterizzazione di nuove agenti pericolosi per gli animali e per l’uomo, permette di affrontare le sfide che la globalizzazione, anche nel settore della salute, ci mette di fronte nei fatti di ogni giorno.

Un saluto a Gianfranco Panina, Direttore emerito e ricercatore

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Si è spento oggi il prof. Gianfranco Panina, una delle figure veterinarie storiche dell’IZSLER, nato professionalmente come veterinario di campo nelle zone della Bassa Bresciana, è passato poi all’Istituto Zooprofilattico, attratto dalle attività di ricerca. Ha diretto la struttura di Produzione e Ricerca del vaccino contro l’Afta epizootica, divenendo uno dei massimi esperti mondiali in materia, ha contribuito alla eradicazione della Peste Suina Classica e della stessa Afta epizootica. Attivo nella produzione scientifica e nello studio ha diretto per molti anni la Scuola per la ricerca Scientifica, un corso di preparazione tecnico-pratico che ha diplomato quasi tutti i dirigenti veterinari degli Istituti di tutta Italia di quegli anni, per approdare alla Direzione nel 1987. Attento ai cambiamenti della sanità pubblica di quegli anni, e sensibile all’importanza e al ruolo strategico degli Istituti zooprofilattici, ha cercato durante gli anni di Direzione di sottolineare l’importanza di una ricerca di qualità, delle collaborazioni internazionali e della produzione scientifica come strumenti per essere in grado di fornire un servizio adeguato alla sanità pubblica veterinaria con l’identità propria dell’IZSLER. Dopo il pensionamento, avvenuto nel 1993, ha collaborato con l’ordine dei veterinari di Brescia partecipando alla preparazione della rivista “Il Chirone”, rinata nel 2010 grazie anche al suo contributo con la pubblicazione costante della rassegna della stampa internazionale.
La direzione e tutti i dipendenti IZSLER, in particolare quanti hanno collaborato con lui, porgono le più sentite condoglianze alla famiglia.