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EMA categorizzazione antibiotici, vademecum

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L’uso di antibiotici per la cura delle malattie dell’uomo e degli animali è da alcuni anni sotto osservazione per l’insorgenza di resistenze batteriche che rendono difficile la cura di molte malattie e sono causa di decessi. L’impegno dei sanitari e dei veterinari in particolare è accompagnato dal supporto scientifico di progetti di ricerca e di organizzazioni internazionali come EMA (European Medicines Agency). È importante infatti per ridurre l’incidenza della resistenza agli antibiotici scegliere l’antibiotico più adatto alla malattia che si sta affrontando. Recentemente EMA ha esortato i veterinari a utilizzare la categorizzazione AMEG (Antimicrobial Advice Ad Hoc Expert Group dell’EMA) prima di prescrivere antibiotici agli animali che hanno in cura e ha messo a disposizione uno strumento con infografica.
La nuova categorizzazione AMEG è disponibile in lingua italiana (e allegata). È la classificazione elaborata in base alla necessità di utilizzare antimicrobici nella medicina veterinaria e in base all’effetto che il possibile sviluppo della resistenza antimicrobica dovuto al loro utilizzo negli animali può avere sulla salute pubblica.
Le categorie sono quattro: Categoria A – Evitare; Categoria B – Limitare; Categoria C – Attenzione; Categoria D – Prudenza.
Per gli antibiotici di tutte le categorie, si dovrebbero evitare: l’uso non necessario, i periodi di trattamento eccessivamente lunghi e i sottodosaggi, mentre il trattamento di gruppo dovrebbe essere limitato a situazioni in cui non è fattibile un trattamento individuale. Più in generale, l’EMA invita a consultare le linee guida della Commissione europea.
Anche la via di somministrazione dovrebbe essere presa in considerazione assieme alla categorizzazione. L’AMEG ha fornito un elenco delle vie di somministrazione e dei tipi di formulazione, classificati dal minore fino al maggiore impatto stimato sull’antibiotico-resistenza.
L’EMA avverte che la categorizzazione non sostituisce le linee guida terapeutiche, che devono tenere conto anche di altri fattori, quali le informazioni di supporto presenti nel riassunto delle caratteristiche del prodotto per i medicinali disponibili, le limitazioni inerenti all’uso nelle specie destinate alla produzione alimentare, le variazioni regionali delle malattie e dell’antibiotico-resistenza e le politiche nazionali in materia di prescrizione.

Insetti infestanti gli alimenti: Il ruolo del laboratorio entomologico

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Abbiamo parlato di recente di insetti nel piatto come novel food, tra perplessità di alcuni consumatori e proposte di alimenti da parte dei produttori. Gli alimenti di origine animale e vegetale sono però spesso sotto attacco di numerose specie di artropodi infestanti (insetti, acari), che possono causare gravi danni economici e rappresentare un problema serio dal punto di vista igienico-sanitario alterando le proprietà organolettiche e rendere così l’alimento inadatto al consumo.

I giornali di questi giorni hanno sottolineato con grande enfasi il rinvenimento di insetti in derrate alimentari in un negozio, un fenomeno non certo esteso, ma possibile, per cattiva preparazione o cattiva conservazione degli alimenti. La presenza di artropodi negli alimenti compromette non solo la commerciabilità del prodotto, venendo a mancare i requisiti in materia di igiene e di qualità, ma può anche causare gravi danni alla salute umana. L’ingestione di questo tipo di parassiti può provocare infatti allergie di vario genere, causare disturbi digestivi ed essere causa di lesioni di diversa entità alla mucosa intestinale, nonché trasmettere patogeni di diversa natura sia direttamente (come carrier di patogeni a trasmissione alimentare), che indirettamente (tramite il materiale di scarto degli infestanti presenti negli alimenti). Nel corso degli ultimi 10 anni il laboratorio entomologico dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna presso la sede territoriale di Reggio-Emilia è impegnato in una intensa e sistematica attività di ricerca volta allo:

  • Sviluppo di adeguati modelli matematici per la previsione dei tempi di crescita di specie maggiormente coinvolti nell’infestazione di alimenti (es. Ditteri, Coleotteri, Lepidotteri) da applicare nella stima del tempo d’infestazione.
  • Sviluppo e validazione di metodi per le ispezioni di matrici alimentari per la ricerca di artropodi vivi e/o morti;
  • Sviluppo e validazione di protocolli specifici per l’identificazione di frammenti di artropodi presenti in un determinato alimento, utilizzando tecniche biomolecolari

L’attività ha portato negli ultimi 6 anni all’accreditamento del metodo della ricerca di impurità solide (filth test) per 3 diverse matrici: farine e suoi derivati (DM 12/01/1999 GU n° 64 18/03/1999), pomodoro (metodo AOAC 955.46B 1988) e miele (metodo AOAC 945.79 1988).
Il laboratorio supporta la richiesta di utenze pubbliche e private con analisi di laboratorio volte all’individuazione e datazione dell’infestazione degli alimenti. Dal 2010 al 2019 sono stati eseguiti oltre 900 esami (ricerca corpi estranei e parassiti, identificazione artropodi infestanti, datazione dell’infestazione). Di questi l’88.8% sono campioni Ufficiali – AUSL – SIAN – NAS ¿ (Piani Regionali) e l’11.2% sono campioni conferiti da aziende e privati.

Insetti infestanti gli alimenti: Il ruolo del laboratorio entomologico

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Abbiamo parlato di recente di insetti nel piatto come novel food, tra perplessità di alcuni consumatori e proposte di alimenti da parte dei produttori. Gli alimenti di origine animale e vegetale sono però spesso sotto attacco di numerose specie di artropodi infestanti (insetti, acari), che possono causare gravi danni economici e rappresentare un problema serio dal punto di vista igienico-sanitario alterando le proprietà organolettiche e rendere così l’alimento inadatto al consumo.

I giornali di questi giorni hanno sottolineato con grande enfasi il rinvenimento di insetti in derrate alimentari in un negozio, un fenomeno non certo esteso, ma possibile, per cattiva preparazione o cattiva conservazione degli alimenti. La presenza di artropodi negli alimenti compromette non solo la commerciabilità del prodotto, venendo a mancare i requisiti in materia di igiene e di qualità, ma può anche causare gravi danni alla salute umana. L’ingestione di questo tipo di parassiti può provocare infatti allergie di vario genere, causare disturbi digestivi ed essere causa di lesioni di diversa entità alla mucosa intestinale, nonché trasmettere patogeni di diversa natura sia direttamente (come carrier di patogeni a trasmissione alimentare), che indirettamente (tramite il materiale di scarto degli infestanti presenti negli alimenti). Nel corso degli ultimi 10 anni il laboratorio entomologico dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna presso la sede territoriale di Reggio-Emilia è impegnato in una intensa e sistematica attività di ricerca volta allo:

  • Sviluppo di adeguati modelli matematici per la previsione dei tempi di crescita di specie maggiormente coinvolti nell’infestazione di alimenti (es. Ditteri, Coleotteri, Lepidotteri) da applicare nella stima del tempo d’infestazione.
  • Sviluppo e validazione di metodi per le ispezioni di matrici alimentari per la ricerca di artropodi vivi e/o morti;
  • Sviluppo e validazione di protocolli specifici per l’identificazione di frammenti di artropodi presenti in un determinato alimento, utilizzando tecniche biomolecolari

L’attività ha portato negli ultimi 6 anni all’accreditamento del metodo della ricerca di impurità solide (filth test) per 3 diverse matrici: farine e suoi derivati (DM 12/01/1999 GU n° 64 18/03/1999), pomodoro (metodo AOAC 955.46B 1988) e miele (metodo AOAC 945.79 1988).
Il laboratorio supporta la richiesta di utenze pubbliche e private con analisi di laboratorio volte all’individuazione e datazione dell’infestazione degli alimenti. Dal 2010 al 2019 sono stati eseguiti oltre 900 esami (ricerca corpi estranei e parassiti, identificazione artropodi infestanti, datazione dell’infestazione). Di questi l’88.8% sono campioni Ufficiali – AUSL – SIAN – NAS ¿ (Piani Regionali) e l’11.2% sono campioni conferiti da aziende e privati.

Formazione a distanza, aggiornamento sull’Antimicrobico-resistenza

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Riparte il corso FAD dal titolo: “L’antimicrobico-resistenza: un approccio One Health”. Il corso aperto, due anni fa a seguito di un progetto del Ministero della Salute per sensibilizzare i veterinari sull’importanza della antimicrobico-resistenza come problema globale, si prefigge di fornire le informazioni specialistiche per l’aggiornamento professionale.
 
I problemi correlati all’insorgenza di antibiotico-resistenza nelle filiere animali e le ricadute in termini di salute pubblica sono ormai noti, e i primi risultati nella riduzione dell’uso di antibiotici sono stati raggiunti, è però importante continuare a promuovere l’utilizzo razionale dell’antibiotico nelle filiere animali e negli animali da compagnia.
Alla struttura del corso varato lo scorso anno sono state aggiunte alcune recenti pubblicazioni cercando di evidenziare l’importanza dell’approccio One Health e delle possibili alternative agli antibiotici, che potrebbero essere oggetto di approfondimento e ricerca per il futuro.
Verrà inoltre resa disponibile, come materiale del corso, la bibliografia completa, raccolta per il progetto di ricerca finanziato dal Ministero della Salute, divisa per argomenti in modo da essere più facilmente fruibile a seconda degli interessi dei singoli professionisti. Il corso è accreditato ECM.

SARS-CoV2 pubblicate le linee guida OIE per i test su animali

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COVID-19, causata dall’infezione con SARS-CoV2, è una malattia umana che molto probabilmente è originata da una fonte animale e, attraverso la trasmissione diffusa da uomo a uomo, è diventata una pandemia. COVID-19 è un promemoria dell’importanza fondamentale dell’approccio One Health nella gestione delle malattie infettive. Molti si sono chiesti se ed eventualmente quanto siano coinvolti gli animali nella pandemia in corso. Isolamenti sporadici del virus da animali domestici o da animali da zoo hanno posto legittimi interrogativi sul ruolo nella diffusione della malattia, ma tutte le prove e le evidenze sperimentali ad oggi disponibili portano ad escludere la possibilità che animali da compagnia possano favorire la diffusione virale, ma anzi che possano in alcuni rari casi venire infettati dall’uomo a seguito di contatti stretti e/o ripetuti.
Per continuare la sorveglianza sulla popolazione animale domestica e selvatica i virologi veterinari dell’Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE) hanno prodotto delle linee guida per lo svolgimento dei test per la diagnosi del virus SARS-CoV2 e per il trattamento dei risultati ottenuti.
 
In questa fase sono state messe a punto le modalità di campionamento e analizzate le condizioni per le quali attivare piani di monitoraggio e di controllo. E’ un tipo di approccio per la sorveglianza in ottica “One Health”, laddove la salute animale ed umana sono da considerarsi “una sola salute”. Conoscere lo stato di infezione degli animali domestici, di interesse zootecnico e selvatici è funzionale al mantenimento dello stato di salute che l’uomo cerca di mantenere, in equilibrio con le specie che abitano il pianeta, sapendo che tutte le specie sono interconnesse in modi sempre più stretti e non sempre facilmente rilevabili.
La scelta del campionamento degli animali ai fini della diagnosi di coronavirus sarà una scelta possibile che gli stati potranno fare in relazione alla valutazione del rischio di sanità pubblica presente nei diversi territori e alla disponibilità di risorse. Non è consigliato il campionamento in tutte le situazioni, ma solo quando vi è necessità di informazioni provenienti dagli animali per completare il quadro epidemiologico, che chiarisca gli elementi necessari a prendere decisioni di sanità pubblica.
Dovrebbero essere prese in considerazione le implicazioni per la salute pubblica associate alla manipolazione e al campionamento di potenziali animali positivi poiché mettono le persone a rischio e richiedono DPI adeguati. Ciò potrebbe includere i rischi derivanti dal trasferimento di animali (da parte dei proprietari) dalla propria abitazione o dal ricovero temporaneo a scopo di ricerca o per i veterinari esposti a persone infette da COVID-19 durante il campionamento in clinica, ambiente familiare o altro ambiente. Le linee guide affrontano anche come valutare i risultati ottenuti e trasmetterli all’OIE. Il testo completo delle linee guida è reperibile sul sito dell’OIE (https://www.oie.int/).

La UE migliora la trasparenza nei progetti con animali

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La trasparenza nell’utilizzo di animali ai fini scientifici ed educativi è uno degli elementi più significativi della direttiva 63/2010 UE che ha rivoluzionato l’uso degli animali nelle procedure scientifiche. Per rafforzare questa posizione la UE ha emanato in aprile la Decisione 2020/569 uniformando i modelli di sintesi non tecnica e le relative revisioni, manifestando l’intenzione di costruire un database dell’unione per raccogliere e pubblicare le sintesi non tecniche, nonché di permetterne la visione a livello europeo.

I ricercatori presentano per ogni utilizzo di animali un progetto di ricerca che deve essere approvato dal Ministero della Salute, accompagnandolo con una sintesi non tecnica del progetto stesso che viene pubblicata sul sito del Ministero per dare evidenza di quali ricerche si svolgono in Italia con l’utilizzo degli animali.
La Decisione 2020/569 UE del 24 aprile 2020 ha uniformato i modelli di sintesi non tecnica e le relative revisioni, manifestando nel contempo l’intenzione della Commissione di costruire un database dell’Unione per raccogliere e pubblicare le sintesi non tecniche, nonché di permetterne la visione a livello europeo.
La Ue chiede anche agli Stati Membri di fornire informazioni sulle misure adottate per assicurare che nei progetti autorizzati si tenga conto adeguatamente delle 3R, cioè dei principi di a) sostituzione, b) riduzione e c) perfezionamento conformemente agli articoli 4 e 13 della direttiva 2010/63/UE. Saranno anche richieste informazioni sulle misure adottate per assicurare che durante l’alloggiamento e la cura degli animali negli stabilimenti degli allevatori e dei fornitori si tenga conto adeguatamente dei principi di a) riduzione e b) perfezionamento, conformemente all’articolo 4 della direttiva 2010/63/UE.
 
La decisione 2020/569 è completata da 5 allegati
 
– L’allegato I introduce modelli vincolanti per la presentazione di sintesi non tecniche di progetti autorizzati (parte A) che utilizzano animali vivi in modo che le sintesi possano essere trasferite ad una banca dati centrale dell’UE, open access e consultabile, che la Commissione istituirà in futuro.
Ad alcuni Stati Membri sarà richiesto di aggiornarle con i risultati conseguenti alla valutazione retrospettiva dei progetti al completamento dei progetti stessi (Parte B). La banca dati dovrebbe essere pronta per iniziare a ricevere gli invii nel 2021 (invii da effettuare entro 6 mesi dall’autorizzazione del progetto);
– L’allegato II modifica leggermente gli obblighi di comunicazione degli Stati Membri in merito all’attuazione della direttiva per migliorare la chiarezza dei requisiti. Le prossime relazioni degli Stati Membri sull’attuazione sono previste nel quarto trimestre del 2023;
– L’allegato III modifica gli obblighi di rendicontazione statistica annuale (uso degli animali) introducendo alcune nuove categorie (ad es. Abbattendo la categoria “Altre”, troppo voluminosa), migliorando le informazioni sull’origine dei primati non umani e fornendo maggiore precisione e chiarezza nelle istruzioni  per la compilazione(parte B).
Dopo aver aggiornato i sistemi nazionali di raccolta dei dati, le categorie riviste saranno utilizzate per la prima volta nel 2021 per la raccolta di dati che gli Stati membri sono tenuti a presentare alla banca dati della Commissione entro la fine del 2022 per la pubblicazione nel 2023.
I dati statistici annuali rivisti saranno inoltre resi disponibili attraverso una banca dati dell’UE consultabile e ad accesso aperto.
– L’allegato IV non è stato modificato e l’allegato V fornisce una tabella di corrispondenza tra questa e la precedente decisione di esecuzione 2012/707 UE
Il testo della decisione è accessibile sul sito della UE (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=uriserv:OJ.L_.2020.129.01.0016.01.ENG&toc=OJ:L:2020:129:TOC)

Dall’OIE l’invito all’approccio “One Health” nel contrasto di Covid-19

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L’approccio “One Health” è l’orientamento che la UE ha privilegiato nelle normative più recenti e nell’affrontare problematiche sanitarie importanti come l’antimicrobico resistenza. In contesti particolarmente gravi, quale l’emergenza attuale da Covid 19, l’approccio “One Health” e la sinergia tra medicina umana e veterinaria possono portare vantaggi significativi nell’affrontare le situazioni di crisi.
          Il servizio veterinario, e in particolare gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali di varie regioni italiane (IIZZSS) hanno supportato l’esecuzione dei test mettendo a frutto competenze e risorse sviluppate per la diagnosi delle malattie degli animali e delle zoonosi (malattie degli animali trasmesse all’uomo); la modalità di intervento complementare adottata, One Health, è stata apprezzata anche a livello internazionale.    
          Nel caso di Covid- 19 l’emergenza sanitaria ha comportanto in Italia e nel mondo l’esecuzione di migliaia di test diagnostici, test che continueranno nel tempo. L’Italia ha presentato all’OIE (Organizzazione Mondiale della Sanità Animale) il lavoro svolto dagli IIZZSS a supporto del Servizio Sanitario Nazionale, lavoro che l’OIE ha giudicato un eccellente esempio di One Health in azione a dimostrazione dell’importanza di includere i servizi veterinari nelle risposte degli Stati ad un’emergenza.

Testo integrale della comunicazione italiana all’OIE

Dal riconoscimento di COVID-19 a Wuhan, in Cina, lo scorso dicembre, c’è stato un aumento esponenziale del numero di casi in tutto il mondo. A causa della sua significativa morbilità e mortalità, la nuova epidemia di coronavirus (SARS-CoV-2) è stata dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità un’emergenza per la salute pubblica di interesse internazionale. L’Italia è stata uno dei primi paesi che hanno dovuto affrontare la pandemia globale COVID-19. A seguito del primo caso segnalato a Codogno (Lombardia) il 21 febbraio, sono stati confermati circa duecentomila casi e sono stati registrati oltre 26.000 decessi  (fonte dati 27apr 2020 : Dipartimento Nazionale della Protezione Civile Italiana, disponibile su: http://arcg.is/C1unv).
          L’emergenza SARS-CoV-2 sta mettendo alla prova la preparazione del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e la sua capacità di rispondere a una minaccia infettiva. In questo scenario, è stato importante uno stretto coordinamento tra clinici e autorità di sanità pubblica, ma i test diagnostici per identificare le persone infette da SARS-CoV-2 sono diventati cruciali per controllare l’infezione. L’OMS definisce infatti un caso confermato come “una persona con infezione COVID-19  confermata dal laboratorio indipendentemente da segni e sintomi clinici“.
          In questa prospettiva, sono indispensabili laboratori in grado di eseguire migliaia di test al giorno, mantenendo l’accuratezza e la velocità della diagnosi. I laboratori veterinari hanno un’esperienza straordinaria nella diagnosi di malattie infettive, anche in situazioni di emergenza, e possono quindi essere di grande aiuto. Il Ministero della Salute italiano (Min Sal) e le autorità regionali hanno coinvolto pertanto gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IIZZSS) nella diagnosi di SARS-CoV-2 testando campioni umani. Gli IIZZSS sono istituti di sanità pubblica, coordinati dal Min Sal, che fungono da supporto tecnico e operativo del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per quanto riguarda la salute degli animali, la salubrità e il controllo di qualità degli alimenti di origine animale, l’igiene riproduttiva e il corretto rapporto tra insediamenti umani e animali e l’ambiente. La loro dotazione  in termini di personale, attrezzature e strutture è elevata e si adatta bene allo straordinario e rapido aumento della domanda di test diagnostici su campioni umani per SARS-CoV-2. Il coinvolgimento del personale degli IIZZSS nella diagnosi SARS-CoV-2, con migliaia di campioni esaminati al giorno, ha notevolmente migliorato la capacità diagnostica del SSN in questa particolare fase del controllo delle infezioni.
Non da ultimo, gli IIZZSS hanno anche esperienza nella garanzia di qualità, biosicurezza, e di test  altamente specifici per la sorveglianza e il controllo delle malattie infettive negli animali, in particolare delle zoonosi.
          Inoltre, i servizi veterinari possono fornire competenze nei settori dell’epidemiologia, della valutazione del rischio, della formazione e della comunicazione del rischio.
Un ulteriore supporto potrebbe quindi essere fornito per comprendere meglio l’aspetto epidemiologico di Covid -19 e possibilmente impedire l’istituzione di nuove catene di trasmissione. I coronavirus (CoV) sono ben noti in medicina veterinaria in quanto causano malattie gravi ed economicamente importanti negli animali domestici e selvatici ma, anche, CoV umani a bassa e alta patogenicità (SARS-CoV-1, MERS-CoV e SARS-CoV-2, HCoV- NL63, HCoV-229E, HCoV-OC43 e HCoV-HKU1) hanno i loro antenati negli animali.
          I CoV hanno avuto bisogno di ospiti intermedi (bovini per HCoV-OC43 e alpaca per HCoV-229E) prima di poter infettare gli umani, come nel caso di SARS-CoV e MERS-CoV lo zibetto e il  dromedario, rispettivamente. Inoltre, in alcuni casi è stato dimostrato che SARS-CoV-2 viene trasmesso a cani, gatti domestici, leoni e tigri.
Sebbene il ruolo degli animali domestici nell’epidemiologia della SARS-CoV-2 sembri trascurabile, sono tuttavia necessari ulteriori studi per valutare la significatività i tali osservazioni.
           Secondo l’esperienza italiana, il coinvolgimento multidisciplinare dei diversi professionisti che operano all’interno del SSN e, in particolare, l’intervento dei laboratori veterinari sono stati fondamentali per affrontare adeguatamente le sfide poste dalla SARS-CoV-2. Ora più che mai, l’approccio olistico e One Health è quindi fortemente raccomandato per dare una risposta adeguata ed equa a questa pandemia globale.

Ciao Anna, un abbraccio forte…

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Anna, ieri sei andata via senza il tempo di un saluto, lasciando chi ti ha conosciuto in una incredulità senza fine… Vorremo che tu fossi qui ad ascoltare le parole ed a leggere le frasi che in questi momenti tanti colleghi, anche ex colleghi, stanno inviando a noi, tuoi amici.

Già, forse non te lo abbiamo detto mai abbastanza, ma quanto era riconosciuto ed apprezzato il tuo impegno, la tua competenza, la tua disponibilità!

E noi, tuoi amici, abbiamo avuto la fortuna di conoscerti, di conoscerti bene. Tu, che credevi così intensamente che nulla è più difficile, ma più bello e più vero della vita. Tu, che in ogni progetto, ogni impegno, ogni relazione, ogni amicizia ci mettevi tutto il cuore possibile. Tu, che sei sempre stata pronta quando avevamo bisogno di un consiglio o, semplicemente, di un conforto. In questo giorno, pensavo a qualcuno che mi fosse amico. In quel momento sei apparsa tu.

Già, forse non te l’abbiamo mai detto abbastanza, ma quanto ti vogliamo bene!
Grazie
 

L’amicizia: due corde intonate che vibrano insieme anche se sono lontane. E se una di loro è toccata, vibra anche l’altra della stessa musica.
Fabrizio Caramagna
 

Covid-19 domande e… risposte affidabili

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La pandemia da virus SARS-Cov2 suscita molti interrogativi su ogni aspetto del problema: sulla contagiosità, la mortalità, la capacità di infettare, come ci si può difendere, cosa è meglio fare, gli animali domestici sono coinvolti, si ammalano, ci potrebbero fare ammalare? A tutte queste domande risponde internet con ogni tipo di informazione possibile, non sempre affidabile. Ci sono comunque organizzazioni alle quali rivolgersi per avere una risposta a molte domande. Per quanto riguarda gli animali l’OIE dedica una sezione domande e risposte.

Gli eventi che stiamo vivendo ci interrogano sotto molti punti di vista e parimenti molti sono i punti di vista diversi che sentiamo ogni giorno. Per questo è opportuno affidarsi, per le risposte ai quesiti che ci poniamo, a interlocutori competenti. Nel mare di internet ci sono molte fonti con risposte non sempre precise e complete, dobbiamo dunque rivolgere le nostre ricerche su siti istituzionali affidabili in Italia e nel mondo.
Le informazioni presenti su questi siti sono controllate da equipe di esperti e riportano le ultime scoperte in relazione alla malattia e al virus, diversamente da molte informazioni che viaggiano su internet con notizie che spesso si rivelano prive di reali fondamenti scientifici per quanto suggestive.
Segnaliamo pertanto il sito del Ministero della Salute alla voce “nuovocoronavirus” (http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus) che contiene moltissime informazioni di tipo scientifico ed è aggiornato sulla situazione in ogni momento; il sito dell’Istituto Superiore di Sanità nella sezione dedicata a SARS-Cov2  (https://www.epicentro.iss.it/) che in questi giorni ha emesso 3 Rapporti ISS, pubblicazioni scientifiche specifiche per il coronavirus oltre a mettere a disposizione informazioni scientifiche e documentazione destinata agli operatori; infine l’OIE (Organizzazione mondiale della Sanità animale) dedica una pagina specifica a Domande e Risposte sulla malattia da coronavirus 2019 (Covid -19) (https://www.oie.int/en/scientific-expertise/specific-information-and-recommendations/questions-and-answers-on-2019novel-coronavirus/) per la quale è allegata una traduzione della pagina del sito OIE gentilmente fornita dal nostro Osservatorio Epidemiologico.

Vanni… un collega, un amico

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E’ scomparso ieri Vanni Righetti, tecnico di laboratorio della sede territoriale di Modena, il Coronavirus se l’è portato via all’età di 60 anni facendolo entrare nel numero di quei morti che sentiamo ogni giorno, ma che forse non ci aspettiamo di scoprire di conoscere. I colleghi di Modena lo ricordano così.

Ieri ci ha lasciato il nostro collega Vanni Righetti. Una vita dedicata al nostro Istituto, che lo ricorda con affetto e grande stima.
Vanni nasce a Carpi nel 1959. Dopo la formazione come Perito di Fisica Industriale, inizia a lavorare in IZSLER nel 1980, come Tecnico di Laboratorio. Inizia così un percorso professionale lungo 40 anni. Un percorso ricco di cambiamenti, di nuove sfide, che lo trova sempre pronto ad affrontare tutto con passione e spirito di sacrificio. Vanni si è dimostrato un Tecnico professionalmente disponibile e affidabile, rispettoso dei ruoli e delle regole. Ha vissuto quasi tutta la sua carriera professionale insieme ai suoi colleghi “della prima ora”, Claudio, Bruna e Roberta. Una famiglia. E quando, recentemente, loro sono andati in pensione, Vanni ha accusato un duro colpo. Ma ha reagito senza arrendersi e cercando di dedicarsi al lavoro come e più di prima.
 
Ma a noi piace ricordarlo soprattutto come amico. Fuor di retorica, Vanni era una persona di sani princìpi morali. Una guida per i figli e per noi “giovani leve”. Era legatissimo alla famiglia e agli amici. E se ne è andato col suo migliore amico, Marco, strappato alla vita dalla stessa terribile malattia.
 
Il nostro collega e amico Vanni non ce l’ha fatta a vincere questa battaglia. Vince però la guerra contro l’oblio e contro la solitudine generata da questo virus.
Vince con le sue armi, che sono il rispetto e l’amore. E noi ce ne facciamo scudo per continuare senza arrenderci, per onorarlo.
 
Ci mancherà molto il tuo sguardo e la tua classica alzata di mano come saluto, quando passeremo davanti al tuo laboratorio. Ci mancheranno le tue battute e le tue barzellette che spesso stemperavano le nostre giornate frenetiche. Porteremo sempre con noi la tua frase tipica che ci faceva tanto sorridere. E ti auguriamo di godere della tua tanto desiderata pensione ovunque tu sia adesso.

  
E mi chiedo perché il sole si è spento tra le onde
Questa notte eri con me
Ti ricordi, amico mio?
Mi chiedo perché urla il vento, adirato
Questa notte ci stringevamo
Come è nera la luce
Mi chiedo perché piove così tanto dolore
Ti ricordi, amico mio?
Ti ricordi, questa notte, le stelle
come note sul pentagramma?
E mi chiedo perché, così improvviso, il silenzio
The answer, my friend, is blowin’ in the wind